Il Gran Premio d’Olanda si è rivelato ancora una volta una sfida di strategia e nervi saldi per i team e i piloti di Formula 1. Ma quest’anno, tra le molte incertezze che dominavano la vigilia di Zandvoort, si è distinto un elemento chiave: la “potente arma strategica” di Max Verstappen. In un weekend caratterizzato da condizioni meteo variabili e strategie imprevedibili sui pit stop, il leader del campionato ha potuto contare su un vantaggio che ha lasciato non poche preoccupazioni ai rivali, in particolare alla McLaren.
Dopo una qualificazione combattuta, in cui le McLaren si sono piazzate in posizioni di rilievo alle spalle della Red Bull di Verstappen, i tecnici del team di Woking hanno sottolineato il rischio concreto rappresentato da una Red Bull dotata di un ulteriore set di gomme soft nuove a disposizione in vista della gara. Questo extra set di pneumatici era, secondo quanto analizzato ai box, l’asso nella manica per Verstappen, non solo in termini di velocità ma soprattutto nella flessibilità strategica in caso di pioggia intermittente, neutralizzazioni o rapidi cambi di scenario.
“In un tracciato come Zandvoort,” ha spiegato un ingegnere McLaren, “i sorpassi sono complicati e giocare con più libertà nella scelta delle gomme può fare tutta la differenza.” Di fatto, il vantaggio di poter contare su pneumatici più freschi apre prospettive sia per un attacco diretto sia per una difesa più convincente nelle delicate fasi di restart. Con le condizioni atmosferiche imprevedibili tipiche della costa olandese, nuvole e sprazzi di sole hanno contribuito a confondere ulteriormente le scelte dei team.

Il Gran Premio è diventato così una vetrina delle abilità tattiche dei team principali. Mentre Verstappen e Red Bull potevano optare per strategie a due o anche tre soste, McLaren e Mercedes si sono ritrovate costrette a gestire i propri set di pneumatici con maggiore prudenza, avendo meno margine di manovra. Questo si è tradotto in un gioco psicologico tra i muretti: “Attaccare subito, o attendere la pioggia? Anticipare il pit stop per montare le intermedie, o rischiare la sosta tardiva con slick nuove?” Ogni decisione avrebbe potuto ribaltare le sorti della corsa.
La superiorità di Verstappen in regime di safety car o bandiere rosse è emersa con forza. “Quando un leader dispone di un set fresco di soft a pochi giri dalla fine, la pressione sugli inseguitori aumenta vertiginosamente,” ha osservato un ex stratega di F1. E proprio qui sta la differenza: avere gomma fresca consente non solo di difendersi nei momenti caldi, ma anche di sfruttare al massimo ogni restart o cambiamento tattico durante la corsa.
Nonostante gli sforzi di Norris e Piastri, la McLaren si è trovata a combattere con le armi spuntate, potendo solo sperare in errori altrui o nella comparsa della pioggia per rimescolare le carte. “Dobbiamo essere perfetti in tutto: pit stop, strategie e gestione delle gomme,” ha ammesso il team principal Andrea Stella. “Red Bull ha ancora qualcosa in più, soprattutto grazie all’abilità nel gestire le mescole e posizionarsi al momento giusto.”
La differenza nella gestione delle gomme si fa ancora più evidente se si osservano i dati sulla prestazione nei primi e negli ultimi giri con soft nuove. Verstappen ha saputo sfruttare la perfetta sinergia con la sua monoposto, restando sempre in controllo e mostrando margini di sicurezza sia nelle fasi di attacco che di difesa. Non è un caso che la Red Bull abbia maturato questa reputazione di “maestra della strategia”, grazie anche a una pianificazione meticolosa già dal venerdì.
Per i tifosi di Formula 1, questo GP d’Olanda rimane uno dei migliori esempi di come un piccolo dettaglio – come un set extra di pneumatici – possa trasformarsi nella chiave decisiva di una corsa. In un campionato sempre più combattuto, l’abilità nella gestione delle risorse e nella lettura tattica del weekend può davvero fare la differenza tra vittoria e sconfitta. E Max Verstappen, supportato da una Red Bull perfetta, dimostra ancora una volta perché oggi è l’uomo da battere in Formula 1.