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Shock in F1: Ocon Svela Perché Haas Sta Meglio di Alpine!

Shock in F1: Ocon Svela Perché Haas Sta Meglio di Alpine!

Squadra FansBRANDS® |

La stagione di Formula 1 2024 si sta rivelando una delle più complesse per diversi team di centro gruppo, ma pochi si sarebbero aspettati che nel confronto tra Alpine e Haas, quest’ultima sarebbe apparsa “più sana” dal punto di vista organizzativo e progettuale. Un tema che sta emergendo con forza nelle ultime settimane, soprattutto dopo alcune dichiarazioni rilasciate dagli attori protagonisti stessi.

Da inizio anno, l’Alpine ha vissuto profonde turbolenze interne: un cambiamento del management, decisioni contestate e risultati ben al di sotto delle aspettative hanno creato un clima difficile nel box francese. Il team, che solo due anni fa veniva accreditato come la potenziale outsider tra i top team, oggi si trova costantemente fuori dalla lotta per la zona punti. Le modifiche in corsa, introdotte rapidamente ma forse senza un piano a lungo termine, hanno creato incertezza e pressione tra gli ingegneri e i piloti.

A mettere il dito nella piaga è stato proprio Esteban Ocon, pilota francese che a fine stagione saluterà la scuderia: secondo Ocon, la situazione interna di Alpine sarebbe addirittura meno stabile rispetto a quella di Haas, considerata da molti come la sorella povera del Circus. Mentre la compagine americana negli ultimi anni ha lavorato per costruire una struttura più agile ed efficiente, con meno budget ma maggiore chiarezza gerarchica, l’Alpine avrebbe invece subito una serie di scossoni difficili da assorbire.

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Se prendiamo in esame il recente percorso di Haas, infatti, vediamo una squadra che, pur partendo da una situazione di base sfavorevole, ha saputo stabilizzarsi negli ultimi anni grazie alla guida di Ayao Komatsu, promosso a team principal nel 2024. Komatsu ha puntato tutto sulla valorizzazione del talento interno, sulla semplificazione delle procedure e su una comunicazione più chiara tra i diversi dipartimenti. Risultato: un ambiente di lavoro più coeso e un gruppo tecnico che reagisce rapidamente alle esigenze della pista.

Nonostante le limitate risorse economiche rispetto ad altri team blasonati, Haas sta raccogliendo i frutti di questa riorganizzazione. In pista, Nico Hülkenberg e Kevin Magnussen sono riusciti a portare più volte la monoposto americana vicino alla zona punti, mostrando una costanza che latita dalle parti di Enstone. Un netto contrasto con Alpine, dove le tensioni tra i responsabili delle diverse aree tecniche e il continuo cambio di dirigenti hanno portato a una preoccupante emorragia di talenti e a sviluppo poco coerente delle monoposto.

Un elemento che fa riflettere riguarda anche la visione a medio-lungo termine dei due team. Haas, ormai, sembra avere ben chiaro il proprio obiettivo: restare nel gruppo di centro sfruttando al massimo ogni occasione, con una struttura snella e decisioni rapide. Alpine, invece, sembra vivere una crisi d’identità, oscillando tra ambizioni da top team e la realtà di un’organizzazione dispersiva e non sempre efficace.

L’incertezza che regna ad Enstone non è passata inosservata neanche tra i piloti: Pierre Gasly e lo stesso Ocon hanno più volte sottolineato la difficoltà nel lavorare in un ambiente dove le linee guida cambiano frequentemente e dove si ha la sensazione che ogni settimana si debbano ricominciare da capo.

Per molti fan della Formula 1, la situazione di Alpine rappresenta un vero e proprio campanello d’allarme. Un marchio storico e glorioso del motorsport che rischia di perdere il treno della competitività se non ritroverà rapidamente una direzione chiara e condivisa. Haas, dal canto suo, sta dimostrando che anche con meno mezzi si può costruire un ambiente basato su chiarezza, stabilità e spirito di squadra—ingredienti fondamentali per ambire, un giorno, a traguardi sempre più prestigiosi.

In sintesi, la “salute” di un team non si misura solo dai punti in classifica, ma dalla solidità delle fondamenta e dalla capacità di lavorare in sinergia. In questo delicato momento storico per la Formula 1, forse la lezione arriva proprio da chi, con meno risorse, ha saputo fare tesoro dell’organizzazione e della determinazione, diventando un esempio di efficienza e resilienza.