La storia della McLaren in Formula 1 è un viaggio entusiasmante che ha lasciato tracce indelebili su tantissimi circuiti, ma c’è una pista in particolare dove il team di Woking ha scritto pagine leggendarie: il Brasile. La scuderia inglese, infatti, detiene il record storico di 12 vittorie nel Gran Premio di Brasile, un bottino che testimonia la capacità della squadra di adattarsi e conquistare su uno dei tracciati più imprevedibili e iconici del Circus.
Dal lontano 1974, anno del primo successo McLaren sul suolo brasiliano, fino all'ultima vittoria conquistata nel 2012, la squadra ha attraversato decenni di innovazione tecnica, leggende al volante ed emozioni indelebili. Questi trionfi non sono solo meri dati statistici: raccontano di duelli spietati, condizioni atmosferiche estreme, strategie geniali e, soprattutto, la resilienza di un team che non si è mai arreso davanti alle avversità.
Il rapporto tra McLaren e il circuito di Interlagos – teatro della maggior parte di questi 12 successi – è fatto di magia e sacrificio. Ayrton Senna, idolo locale e pilota McLaren nei suoi anni d’oro, resta uno dei simboli più intensi di questa relazione: il suo indimenticabile trionfo del 1991, tra crampi e pioggia battente, rappresenta uno dei momenti più alti della storia della Formula 1.
La lista dei piloti che hanno contribuito a questa incredibile serie di successi è un vero e proprio who’s who della storia della F1: da Emerson Fittipaldi, il pioniere della McLaren vincente nel 1974, passando per Niki Lauda, Alain Prost e, ovviamente, Senna. Negli anni ‘90 il dominio fu soprattutto della coppia Senna-Prost, capace di imporsi su una concorrenza agguerrita, spesso sfruttando le bizze del clima brasiliano e le strategie innovative del box inglese.
Con l’arrivo degli anni Duemila, la McLaren riuscì a mantenere la tradizione vincente grazie a piloti come Mika Häkkinen e, soprattutto, Lewis Hamilton, protagonista di alcuni duelli mozzafiato proprio a Interlagos. L’inglese riuscì a portare la McLaren sul gradino più alto del podio nelle edizioni 2008 e 2012, questa ultima con Jenson Button in una gara che è già diventata storica per gli appassionati.
A rendere ancora più affascinante la storia della McLaren in Brasile è il modo in cui queste vittorie sono arrivate: mai banali, spesso frutto di rimonte impossibili, episodi di pioggia torrenziale e colpi di scena negli ultimi giri. Dal trionfo di Lauda nel 1976 che consolidò la leadership mondiale, fino alle battaglie ruota a ruota di Button e Hamilton, il Gran Premio del Brasile è stato spesso teatro di emozioni forti e clamorosi ribaltoni.
Il segreto della longevità e del successo della McLaren a Interlagos va ricercato nella capacità della squadra di adattarsi: il clima mutevole, le peculiarità tecniche del tracciato e l’atmosfera sempre elettrica delle tribune hanno spinto la squadra ad osare, a inventare e a dare sempre il massimo. Non a caso, alcune delle strategie più audaci della storia recente della F1 – dal rischio delle gomme d’asciutto sulla pista umida alle improvvise scelte di assetto – sono nate proprio tra i box della McLaren in terra brasiliana.
Oggi, con una nuova generazione di talenti e una struttura tecnica profondamente rinnovata, la McLaren guarda a Interlagos come a un terreno ancora fertile di gloria. L’obiettivo è quello di tornare a scrivere nuove pagine epiche, magari spingendo oltre quel record che già oggi fa sognare migliaia di tifosi arancioni nel mondo. Una storia di passione, ingegno e una speciale magia tutta brasiliana firmata McLaren.