La città di Baku, capitale dell’Azerbaigian, è da anni teatro di una delle gare più imprevedibili e spettacolari della stagione di Formula 1. Fin dal suo debutto nel calendario nel 2016, il circuito cittadino lungo il Mar Caspio ha conquistato piloti, team e appassionati con le sue velocità elevate, rettilinei lunghissimi e curve strette incastonate nel cuore storico della città. Baku ha spesso ospitato corse ricche di colpi di scena, incidenti clamorosi e finali al fotofinish, guadagnandosi un posto speciale nel cuore degli amanti della F1.
Il tracciato dell’Azerbaigian costituisce un banco di prova tecnico ed emotivo sia per i piloti che per gli ingegneri. Con un rettilineo principale di ben 2,2 chilometri, tra i più lunghi del campionato, le vetture raggiungono velocità prossime ai 370 km/h. Questa particolarità impone un compromesso raffinato nella scelta dell’assetto: servono ali scariche per la velocità di punta, ma allo stesso tempo occorre massima aderenza per affrontare il labirinto di curve 8, 9 e 10 che serpeggiano tra i vicoli della città vecchia di Baku. Nella zona della curva 15, abbiamo assistito a diversi errori e impatti memorabili che hanno spesso ridisegnato il podio nelle fasi finali.
Le statistiche confermano come il GP dell’Azerbaigian sia stato terreno fertile per sorprese e vincitori inaspettati. Ricordiamo le vittorie di Daniel Ricciardo nel 2017, la rimonta di Lewis Hamilton nel 2018 e l’incredibile trionfo di Sergio Pérez nel 2021 dopo il clamoroso errore di Max Verstappen a pochi giri dalla fine. Spesso Baku ha regalato occasioni per chi sa restare lucido nel caos e sfruttare ogni opportunità, un tratto distintivo che la rende una gara da non perdere.

Oltre alle imprese dei singoli, Baku è anche terra di strategie audaci e safety car decisive. Lo scorso anno, ad esempio, le strategie differenziate tra Mercedes, Ferrari e Red Bull hanno giocato un ruolo fondamentale nella definizione delle posizioni di vertice. La possibilità di sfruttare una bandiera gialla – sempre all’orizzonte in un cittadino dalle barriere così ravvicinate – può rimettere in gioco piloti partiti indietro, premiando chi osa rischiare con pit-stop tempestivi. Proprio questo elemento rende la gara dell’Azerbaigian imprevedibile come poche altre.
Anche i duelli ruota a ruota tra i top team e i colpi di scena all’ultimo giro sono ormai un marchio di fabbrica di Baku. La corsa azera, infatti, ha spesso visto cambiare leader nelle fasi conclusive, con sorpassi entusiasmanti sulla lunga retta del traguardo e giocoforza strategie difensive oltre il limite. Difficile dimenticare il brivido della doppia uscita di scena delle Ferrari nel 2019 o il drammatico testacoda di Vettel durante l’assalto finale a Bottas.
Tracciando una breve storia delle escursioni della Formula 1 tra i grattacieli e le mura medievali di questo gioiello del Caucaso, non si può trascurare l’impatto che il GP ha avuto sulla stagione e sulle classifiche mondiali. Anche chi parte favorito, qui, sa di poter perdere tutto a causa di una manovra azzardata o di una banale sfortuna. La corsa azera incarna meglio di qualsiasi altra la vecchia massima: “In Formula 1 può succedere di tutto, e spesso succede proprio a Baku”.
Per i tifosi italiani, la gara rappresenta sempre un incrocio di speranze Ferrari e sorprese da outsider, con il Cavallino Rampante spesso competitivo ma anche posto di fronte a imprevisti e a una lotta ravvicinata con Red Bull, Mercedes e i nuovi outsider Aston Martin e McLaren. Con la stagione in corso sempre più equilibrata, il Gran Premio dell’Azerbaigian promette ancora una volta di essere teatro di emozioni forti e colpi di scena. Gli appassionati sono già in attesa, pronti a vivere un nuovo capitolo avvincente nel libro delle corse a Baku.