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Ocon Svela il Retroscena Shock del Crash al GP di Miami!

Ocon Svela il Retroscena Shock del Crash al GP di Miami!

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La tappa di Miami della stagione 2022 di Formula 1 ha lasciato il segno non solo per lo spettacolo in pista, ma anche per i riflessi che alcuni episodi hanno avuto sull'analisi della sicurezza nei circuiti cittadini. Nell'occhio del ciclone è finito Esteban Ocon, pilota Alpine, la cui violenta uscita di pista durante le prove libere ha riproposto con forza la discussione sull'importanza e l’efficacia delle barriere di sicurezza nei nuovi tracciati del Mondiale.

Il francese, infatti, ha subito un impatto devastante contro le protezioni in cemento, fortunatamente senza gravi conseguenze fisiche. L’incidente è avvenuto nella terza sessione di libere sul circuito improvvisato intorno all’Hard Rock Stadium, dove Ocon ha perso il controllo della sua monoposto, finendo la corsa direttamente sulle barriere rigide poste a bordo pista. Un episodio che, a distanza di tempo, viene ancora citato come esempio emblematico della necessità di aggiornare in modo uniforme i sistemi di sicurezza in tutti i circuiti, in particolare quelli che fanno il loro debutto nel calendario.

Una delle maggiori preoccupazioni riguarda la scelta, in alcune curve e in determinati punti, di installare barriere in calcestruzzo prive della cosiddetta tecnologia "Tecpro", che si è rivelata fondamentale negli ultimi anni per assorbire l’energia degli impatti più violenti. Lo stesso Ocon, dopo l’incidente, aveva espresso apertamente il suo disappunto, sottolineando come un semplice strato di gomme o un sistema di barriere più moderno avrebbe potuto limitare di molto i danni subiti dalla macchina e il rischio per l’incolumità dei piloti.

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L’incidente del pilota Alpine non è stato un caso isolato: già il giorno prima, Carlos Sainz aveva subito una dinamica simile, finendo anch’egli contro una barriera non dotata di dispositivi di assorbimento d’urto avanzati. Tali episodi non solo hanno impedito ai piloti di proseguire normalmente il weekend, ma hanno anche sollevato una serie di interrogativi sulle valutazioni preventive fatte dalla FIA e dagli organizzatori, soprattutto in circuiti nuovi o temporanei.

Secondo molti addetti ai lavori, la lezione da trarre è chiara: la sicurezza deve restare sempre la priorità assoluta, anche a costo di sacrificare qualche metro di tribuna o di zona hospitality. Nel caso di Miami, ci si è trovati di fronte a un tracciato moderno, spettacolare dal punto di vista mediatico ma forse non ancora completamente allineato agli standard più elevati in termini di protezione dei piloti. Per questo motivo, è stato richiesto da più parti di rivedere il layout delle barriere e di adottare per le prossime edizioni del GP un approccio più prudente e innovativo.

La rapidità con cui i team sono intervenuti per riparare le vetture danneggiate, e il supporto medico immediato fornito ai piloti, sono la prova di quanto sia solido il sistema di sicurezza operativo della Formula 1 moderna. Tuttavia, resta prioritario che anche l’infrastruttura passiva, rappresentata da barriere e vie di fuga, sia sempre all’altezza delle tecnologie attualmente disponibili. L’eliminazione di ogni possibile punto debole è l’obiettivo da perseguire, soprattutto alla luce delle velocità raggiunte dalle monoposto ibride di nuova generazione.

Il dibattito sulla sicurezza nei tracciati cittadini di Formula 1, rilanciato dagli incidenti occorsi a Ocon e Sainz a Miami, non si spegne. Anzi, rappresenta un’opportunità per innalzare ulteriormente gli standard della categoria regina del motorsport mondiale. Agire rapidamente, imparando dagli errori, è l’unica via per garantire che il progresso tecnologico delle vetture proceda di pari passo con quello delle strutture che le ospitano. Solo così la Formula 1 potrà continuare a offrire emozioni senza compromettere l’incolumità dei suoi protagonisti.