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Lauda: L’insulto scioccante che lo spinse all’ultima vittoria!

Lauda: L’insulto scioccante che lo spinse all’ultima vittoria!

Squadra FansBRANDS® |

Niki Lauda è universalmente riconosciuto come una delle figure più iconiche e resilienti nella storia della Formula 1. Il pilota austriaco ha saputo superare avversità e ostacoli incredibili, lasciando un segno indelebile non solo per i suoi tre titoli mondiali, ma anche per il suo approccio determinato e metodico alle corse. Il 21 giugno 1985, Lauda mise a segno la sua ultima vittoria in Formula 1, un trionfo che fu il risultato diretto di una sfida personale e di un insulto che lo spronò più di qualsiasi altra cosa. Ma come si arrivò a questo epico successo?

La fine della stagione 1984 era stata gloriosa per Niki Lauda, culminata con il suo terzo titolo iridato vinto contro il compagno di squadra Alain Prost per soli mezzo punto. L’atmosfera nel box McLaren era però carica di tensioni: Lauda, per quanto campione, doveva confrontarsi con il giovane e talentuoso Prost. La stagione 1985 sembrava però tutto fuorché un anno da protagonista per Lauda, travagliata da guasti tecnici e problemi di affidabilità che lo avevano relegato spesso fuori dai giochi. In molti già lo davano come un pilota ormai vicino al tramonto, ma Niki non era tipo da arrendersi.

Dietro quella calma glaciale e i modi schietti, si nascondeva un campione estremamente orgoglioso. Dopo una serie di brutte prestazioni, uno dei responsabili tecnici della McLaren ebbe l’ardire di rivolgergli una frase sprezzante, mettendo in dubbio non solo la sua velocità, ma anche la sua motivazione. “Forse non hai più il passo, forse dovresti ritirarti”. Parole che avrebbero schiantato chiunque, ma che per Lauda rappresentarono una feroce iniezione di determinazione. Decise che avrebbe zittito tutte le critiche in pista, alla sua maniera, con un risultato che nessuno si aspettava.

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Il Gran Premio d’Olanda 1985, disputato sulla leggendaria pista di Zandvoort, fu lo scenario perfetto per questa rivalsa. Lauda si qualificò in decima posizione, lontano dai riflettori e dai pronostici. Ma, come spesso accadeva con lui, la gara fu tutta un’altra storia: giro dopo giro, Niki iniziò una rimonta costante, gestendo assetti, gomme e consumi con l'intelligenza tattica che lo contraddistingueva. Quando al 67° giro Lauda prese la testa della gara scavalcando Prost con un sorpasso deciso ma pulito, l’intera F1 capì che il vecchio leone era ancora capace di graffiare.

Il successo di Zandvoort non fu soltanto una splendida vittoria da aggiungere al suo palmarès – la venticinquesima e ultima della carriera – ma anche una dimostrazione di carattere e classe. In quell'occasione, Niki mostrò perché viene considerato un maestro nella gestione delle strategie di gara e nella lettura della pista. Non aveva bisogno di acclamazioni o vendette plateali: il suo modo di rispondere alle provocazioni era vincere, farsi trovare pronto quando tutti lo davano per battuto.

Quella vittoria fu anche il canto del cigno di un’era della Formula 1. Poche settimane dopo, Lauda annunciò il suo ritiro definitivo dalle corse, lasciando il posto ai nuovi protagonisti degli anni ‘80. Tuttavia, il suo insegnamento più grande all’ambiente rimase quello del riscatto attraverso il lavoro, la preparazione e la capacità di non lasciarsi abbattere dai giudizi altrui. Per lui, la Formula 1 era una questione di precisione, intelligenza e nervi saldi. E proprio nella sua ultima affermazione riuscì a condensare tutto ciò che aveva imparato nella sua incredibile carriera.

Oggi, ricordare Niki Lauda vuol dire celebrare il vero spirito della Formula 1: quello dell'uomo che non si arrende mai, che usa le critiche come carburante per raggiungere nuovi traguardi. La sua vittoria finale resta una delle pagine più emozionanti e significative di sempre, un esempio che ogni pilota – e ogni tifoso – dovrebbe avere bene a mente quando si parla di grandezza e determinazione nelle corse.