Il Gran Premio di Las Vegas ha rappresentato un’incognita importante per molti team di Formula 1, ma pochi si sarebbero aspettati una giornata tanto difficile per l’Alpine. La scuderia francese, reduce da una stagione altalenante, è stata costretta ad affrontare una delle gare più impegnative e amare dell’anno, con entrambi i suoi piloti, Esteban Ocon e Pierre Gasly, che si sono trovati a combattere non solo contro la velocità degli avversari, ma anche contro incidenti di gara e condizioni della pista particolarmente ostiche.
Fin dalle prime tornate la gara ha preso una piega complessa per Alpine: sia Ocon che Gasly sono rimasti invischiati nei caotici eventi delle fasi iniziali, segnate da contatti e cambi repentini delle posizioni. Pierre Gasly, dopo un inizio promettente e una qualifica brillante, ha visto compromessa la propria corsa a causa di un problema alle sospensioni posteriori in seguito a un contatto con un altro pilota. Nonostante i tentativi dei meccanici di porre rimedio durante le soste ai box, i danni si sono rivelati fatali per il ritmo gara della vettura #10.
Dal canto suo, Esteban Ocon ha sperimentato a sua volta una giornata difficile. Dopo un contatto alla prima curva, il francese ha riportato danni all’ala anteriore che lo hanno costretto al pit stop anticipato. Da lì in avanti, la sua gara è diventata un lungo esercizio di sopravvivenza, nella speranza che una safety car o le circostanze potessero rimescolare le carte e offrirgli l’occasione di conquistare punti preziosi. Purtroppo, la sorte non è stata dalla sua parte e al traguardo Alpine si è dovuta accontentare di un risultato ben lontano dalle aspettative della vigilia.
Quello di Las Vegas è stato un Gran Premio che ha messo a dura prova non solo le capacità di guida, ma anche la capacità dei team di adattarsi rapidamente a una pista completamente nuova per la Formula 1. Il circuito cittadino, con i suoi lunghi rettilinei e le curve strette, ha evidenziato le debolezze delle vetture meno stabili meccanicamente e ha punito duramente ogni errore di guida. In questo scenario, Alpine ha dimostrato ancora una volta di faticare nelle condizioni miste, dove la messa a punto dell’assetto diventa cruciale e la precisione nei pit stop può fare la differenza.
Le dichiarazioni del dopogara riflettono tutta l’amarezza di un weekend che si prospettava entusiasmante e che invece si è trasformato in una prova di resistenza. Gasly ha sottolineato la frustrazione derivante dal non poter concretizzare il suo buon risultato in qualifica, mentre Ocon ha mostrato il suo disappunto per non aver potuto lottare realmente all’interno della zona punti. I due piloti sono tuttavia concordi nell’affermare che il focus ora va immediatamente sulla prossima gara, dove cercheranno di riscattarsi.
Dal punto di vista degli sviluppi tecnici, Alpine dovrà sfruttare queste ultime tappe della stagione per raccogliere dati preziosi in vista del 2025. La ricerca della costanza prestazionale resta l’obiettivo primario per la squadra di Enstone, che vuole tornare a lottare stabilmente nelle posizioni che contano. La gara di Las Vegas, seppur negativa, potrà dunque servire da lezione importante su cui costruire il futuro prossimo.
Per i tifosi della Formula 1, il weekend del Nevada rimarrà unico per atmosfera ed eventi sorprendenti, ma l’Alpine ora guarda avanti: la stagione non è ancora finita e c’è ancora spazio per dimostrare il vero potenziale della squadra. Gli uomini in blu sono pronti a rimboccarsi le maniche e promettono battaglia sin dalla prossima tappa, con l’obiettivo di chiudere la stagione al meglio e gettare solide basi per il nuovo ciclo della Formula 1 che si profila all’orizzonte.