Il Gran Premio di Città del Messico ha rappresentato una dura prova per la Mercedes e in particolare per George Russell, che ha dovuto affrontare una gara insolitamente complicata dal punto di vista delle prestazioni e delle strategie. Nonostante le grandi aspettative della vigilia, il circuito messicano ha messo a nudo le difficoltà della monoposto W14, lasciando molti tifosi e addetti ai lavori con più domande che risposte sulle reali potenzialità del team per il finale di stagione.
Fin dalle prime battute del weekend, la Mercedes aveva dato segnali contrastanti: se da una parte Lewis Hamilton sembrava competitivo, dall'altra il ritmo gara di Russell era spesso al di sotto delle migliori aspettative. A incidere sono stati diversi fattori, dal degrado delle gomme all’equilibrio generale della vettura, elementi cruciali sulla pista dell'Autódromo Hermanos Rodríguez, famosa per la sua altitudine e le condizioni uniche dell’asfalto. La gara di Russell ne è stata l'emblema: partito col piede giusto, ben presto ha dovuto fare i conti con il surriscaldamento delle gomme ed è scivolato progressivamente verso il fondo della zona punti.
L'inglese ha lamentato sin dalle prime tornate una mancanza di aderenza soprattutto nel secondo settore, dove la Mercedes ha faticato sia nel contenere avversari diretti come Ferrari e McLaren sia nel tenere un ritmo gara costante e competitivo. Le strategie di pit stop, inevitabilmente, sono state complicate dalla necessità di proteggere la posizione ma senza la possibilità di attaccare davvero i rivali davanti. Una situazione che ha portato Russell a definire la sua domenica "molto difficile", sottolineando come tutta la squadra dovrà lavorare su questi dettagli nel tentativo di arrivare a fine stagione con risultati concreti.
Non solo strategia, ma anche gestione della pressione e degli pneumatici hanno giocato un ruolo chiave. Russell, noto per la sua grande capacità di lettura della pista e di adattamento, si è trovato spesso a combattere con una monoposto instabile, che nei momenti cruciali della gara non riusciva a trovare il necessario grip. Le condizioni della pista messicana, con il poco carico aerodinamico dovuto all’altitudine, hanno esaltato le lacune strutturali della Mercedes 2023, ancora non del tutto risolte a distanza di mesi dagli ultimi pacchetti di aggiornamento portati in calendario.
Hamilton è riuscito ad agguantare il podio grazie a una grande gestione e a una strategia azzeccata. Questa differenza di performance interna offre importanti spunti di riflessione: mentre il sette volte iridato sembra adattarsi meglio alle caratteristiche della W14, Russell continua ad alternare picchi prestazionali a improvvisi cali di rendimento. Le sue dichiarazioni a fine gara, condivise con un tono di delusione ma anche di determinazione, sottolineano quanto sia fondamentale per il team raccogliere i dati di questa corsa per migliorare gli ultimi appuntamenti del mondiale.
In chiave campionato costruttori, il risultato di Città del Messico complica la rincorsa su Ferrari: la lotta per il secondo posto si deciderà probabilmente all'ultima curva dell’ultima gara, e la Mercedes è chiamata a intervenire con rapidità sui problemi emersi nel weekend. Russell sa bene che il valore della sua stagione può essere definitivamente rilanciato solo con buoni risultati negli Emirati Arabi e a Las Vegas, ultime due tappe del calendario che potrebbero però mettere ulteriormente in difficoltà una vettura estremamente sensibile alle condizioni delle piste.
La scommessa Mercedes per il prossimo futuro è chiara: serve una svolta tecnica e mentale per ritrovare la costanza di risultati che ha contraddistinto l’epoca d’oro della stella a tre punte. Russell rimane una pedina fondamentale da cui ripartire, soprattutto per la grinta e la capacità di lavorare a stretto contatto con gli ingegneri nelle fasi più critiche della stagione. Quello di Città del Messico è stato un giorno difficile, ma anche un punto di partenza da cui rilanciare la rincorsa verso una Mercedes di nuovo vincente.
