Il mondo della Formula 1 è costantemente in fermento e nelle ultime settimane uno degli argomenti più discussi riguarda la gestione degli ordini di scuderia da parte dei team principali. L'occasione per riaccendere il dibattito è stata fornita recentemente dalla strategia adottata dalla McLaren, paragonata ad approcci di altre gare in passato, suscitando molte riflessioni tra addetti ai lavori e appassionati.
Durante il Gran Premio d'Ungheria 2024, abbiamo assistito a una situazione tattica molto particolare tra i piloti McLaren, Lando Norris e Oscar Piastri. Entrambi i piloti stavano spingendo duramente, ma la squadra si è trovata a dover prendere decisioni cruciali per massimizzare il risultato. La gestione delle posizioni tra compagni di squadra è sempre un argomento delicato in F1, soprattutto quando entrambi i piloti sono in lotta per punti preziosi e nessuno dei due ha un ruolo predefinito di "secondo".
A rendere la situazione ancora più interessante è stata una successiva dichiarazione della McLaren che ha fatto un curioso paragone tra la gara di Budapest e una possibile gestione similare da adottare al Gran Premio d'Italia 2025. Questo ha portato molti a chiedersi se davvero le dinamiche tra i due episodi siano paragonabili e quali sono le lezioni che i team dovrebbero imparare per il futuro.

Analizzando le strategie, è evidente che le condizioni tra i due eventi sono differenti sotto molti aspetti. In Ungheria, la configurazione del tracciato favorisce la gestione delle gomme e il sorpasso non è mai semplice, rendendo la posizione in pista determinante. A Monza però, lo “Speed Temple” della Formula 1, è ben altra storia: il circuito favorisce velocità massime e sorpassi, grazie a lunghi rettilinei e zone DRS più ampie.
Un ordine di scuderia in Ungheria potrebbe essere più “giustificato” strategicamente rispetto a Monza, proprio per la tipologia del tracciato. Lì, la priorità di mantenere una posizione può prevalere su ogni altra considerazione, mentre a Monza le opportunità reciproche per entrambi i piloti sono maggiori fino all’ultimo giro. Questo mette le squadre di fronte a scelte differenti in funzione del circuito, della classifica piloti e delle condizioni della gara.
La McLaren si trova ad affrontare uno scenario in cui entrambi i suoi piloti sono giovani, velocissimi e motivati, con ambizioni personali molto forti. La gestione interna del dualismo Norris-Piastri rappresenta sia un’opportunità straordinaria che un potenziale punto di frizione, come abbiamo visto in squadre leggendarie del passato (pensiamo a Senna vs Prost, Hamilton vs Rosberg…). Evitare tensioni interne e mantenere la coesione del team è la vera sfida sulla quale McLaren sta lavorando, in una stagione che si sta rivelando entusiasmante e molto combattuta.
La trasparenza nelle comunicazioni radio e la chiarezza nelle strategie devono diventare il filo conduttore. Il pubblico, sempre più attento grazie ai social e alle nuove tecnologie, percepisce e giudica ogni minima sfumatura. In questo senso, la McLaren sembra voler imparare dal passato ma anche adattarsi alle nuove dinamiche della F1 moderna.
Infine, va detto che il confronto con le gestioni degli ordini di scuderia di altri team, come Red Bull o Ferrari, rende ancora più avvincente l’analisi della situazione McLaren. Ogni squadra adotta un mix di pragmatismo, psicologia e strategia, ma il giudizio finale – come spesso accade – lo darà solo la pista. I fan non vedono l’ora di scoprire come si evolverà questa intrigante rivalità e quali sorprese ci riserverà il 2025.