Nel mondo della Formula 1, l'efficacia del DRS (Drag Reduction System) è sempre stato oggetto di dibattito e analisi approfondite, soprattutto quando si tratta di circuiti ad alta velocità come Monza e Baku. Sin dall'introduzione del sistema, l’intento era quello di incentivare i sorpassi e rendere le gare più spettacolari, ma negli ultimi anni sono emerse forti criticità legate proprio all’utilizzo del DRS su questi tracciati così particolari.
Il DRS, che permette ai piloti di ridurre la resistenza aerodinamica aprendo un flap mobile sull’ala posteriore, ha mostrato dei limiti piuttosto evidenti su piste dove si raggiungono velocità di punta davvero elevate. Un esempio emblematico è il Gran Premio d’Italia a Monza, “Tempio della Velocità”, dove quasi la totalità dei rettilinei lunghi riduce notevolmente la differenza tra le vetture quando si tratta di affrontare un sorpasso con DRS attivo. Lo stesso si verifica a Baku, in Azerbaigian, dove il lunghissimo rettilineo finale potrebbe, in teoria, offrire opportunità di sorpasso spettacolari, ma nella pratica quest’anno si è rivelato meno incisivo del previsto.
Non è un caso che diversi piloti abbiano espresso, recentemente, la loro frustrazione: in queste condizioni, il DRS rischia di diventare praticamente ininfluente, soprattutto tra vetture dalla potenza e dall’efficienza aerodinamica simili. Il problema, secondo molti ingegneri e team principal, risiede nella sempre maggiore efficienza aerodinamica delle monoposto moderne: anche con il DRS attivato, il distacco necessario per completare un sorpasso resta comunque troppo alto, vanificando di fatto l’utilità del sistema.

Questo trend rappresenta una sfida concreta in vista del 2025, anno in cui la FIA e i vertici della Formula 1 stanno lavorando per una revisione generale del regolamento tecnico. L’obiettivo è garantire gare più combattute e accessibili ai sorpassi anche su quei circuiti dove la natura stessa della pista tende a sfavorire l’efficacia delle manovre grazie al DRS. Secondo indiscrezioni, sono allo studio soluzioni per modificare la zona di azionamento del sistema o addirittura migliorie tecniche alle monoposto stesse, per far sì che il DRS possa tornare a fare la differenza nei momenti clou.
In particolare, si sta valutando la possibilità di abbreviare oppure spostare le zone DRS, per costringere i piloti ad avvicinarsi maggiormente prima di poter tentare un attacco. Altre opzioni sul tavolo includono l’introduzione di limitatori di potenza specifici per alcune porzioni del circuito, una soluzione che potrebbe aumentare la variabilità delle strategie e restituire così imprevedibilità alle gare. Tutto questo va di pari passo con l’obiettivo a lungo termine della categoria: ridurre le differenze tra scuderie e rendere i piloti veri protagonisti, indipendentemente dal pacchetto tecnico a disposizione.
Non manca poi il fattore spettacolo, da sempre fondamentale per la Formula 1. I tifosi desiderano vedere duelli ruota a ruota, sorpassi all’ultimo respiro e strategie sorprendenti, elementi che con l’attuale configurazione del DRS rischiano di venire meno specie su circuiti come Monza e Baku. In questo senso, la sfida che attende gli organizzatori e i costruttori è tanto tecnica quanto spettacolare: trovare un equilibrio tra tecnologia, prestazioni e adrenalina pura.
La stagione 2025 si preannuncia quindi cruciale per il futuro del DRS e, più in generale, per il modo in cui si svilupperanno le gare sui circuiti velocissimi. I team e la FIA stanno lavorando senza sosta per assicurare un campionato ancora più competitivo, dove ogni scelta tecnica potrà influire davvero sull’esito finale. Gli appassionati possono aspettarsi una Formula 1 sempre più intrigante, in cui il DRS resterà protagonista ma dovrà reinventarsi per non rischiare di diventare un semplice orpello aerodinamico.
Restate sintonizzati: se c’è una cosa certa nel Circus, è che la prossima rivoluzione tecnica è sempre dietro l’angolo – e la battaglia per il sorpasso è ancora tutta da scrivere!