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Red Bull KO a Città del Messico: ecco cosa nessuno ti dice!

Red Bull KO a Città del Messico: ecco cosa nessuno ti dice!

Squadra FansBRANDS® |

Nel recente Gran Premio di Città del Messico, la Red Bull Racing ha affrontato una delle sue prove più delicate della stagione 2024, ritrovandosi a fronteggiare una combinazione di fattori tecnici, tattici e ambientali che hanno posto fine alla loro striscia vincente nel campionato. Da un lato, la prestazione di Max Verstappen, finora impeccabile, non è bastata a compensare il gap creatosi in pista rispetto ai rivali diretti. Dall’altro, la gestione delle gomme e la strategia ai box hanno riacceso le opportunità per team storici come Mercedes e Ferrari, dimostrando che la corsa al titolo mondiale rimane aperta e avvincente.

Il circuito dell’Autódromo Hermanos Rodríguez, situato ad oltre 2.200 metri di altitudine, rappresenta sempre una sfida unica per piloti e ingegneri. L’aria rarefatta influisce sensibilmente sull’aerodinamica delle vetture e sulla capacità dei motori di erogare potenza, creando condizioni spesso imprevedibili. In Messico, Red Bull si è trovata particolarmente penalizzata da questi fattori, in parte a causa di una configurazione aerodinamica che privilegia la velocità di punta ma riduce l’aderenza meccanica nelle curve lente, cruciali su questa pista.

La gestione termica delle gomme si è rivelata un rompicapo per molti, ma soprattutto per chi, come Red Bull, tende ad estrarre maggior performance dalla parte posteriore della vettura. In gara, specialmente nella seconda metà, il degrado degli pneumatici è risultato più elevato del previsto. Mercedes e Ferrari sono riuscite a sfruttare meglio la loro finestra di lavoro ideale, garantendosi un vantaggio prezioso sia nei duelli diretti, sia nelle strategie di pit stop e gestione del passo gara.

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Altro punto cruciale è stata la scelta strategica durante il regime di Safety Car, quando molti team hanno optato per una doppia sosta. Verstappen e Perez si sono ritrovati “bloccati” su strategie divergenti: mentre il pilota olandese provava a portare a termine la gara su una combinazione di gomme meno performanti nel lungo stint, Perez è incappato in un contatto sfortunato con Leclerc al via, compromettendo così le ambizioni di una doppietta casalinga.

Le variabili in Messico non perdonano: sbagliare la pressione delle gomme o il tempo della sosta può costare enormemente in termini di decimi al giro. In questo senso, la Red Bull ha pagato un dazio salato a livello di simulazione e adattamento “live” della strategia, lasciando via libera agli inseguitori. Mercedes, in particolare, ha dimostrato grande prontezza di riflessi cambiando strategia sulla base dell’evoluzione della gara e riservandosi gomme più fresche negli stint decisivi.

Sul piano delle performance “pure”, la vettura disegnata da Adrian Newey sembra aver sofferto più del previsto l’altitudine messicana, non riuscendo a generare il carico aerodinamico necessario per dominare il misto. A differenza di quanto visto su altre piste, la proverbiale efficienza della Red Bull non si è tradotta in un vantaggio significativo né in qualifica, né in gara, segno che il progetto 2024, seppur dominante, ha ancora dei punti deboli da limare.

Guardando avanti, la Red Bull dovrà analizzare in profondità quanto accaduto a Città del Messico per evitare il ripetersi di tali difficoltà su circuiti con caratteristiche simili, come Interlagos o Austin. Mai come quest’anno, la lotta ai vertici si giocherà anche sulla capacità di reinventarsi di gara in gara, affinando strategie e adattamento tecnico. Una battaglia affascinante che i tifosi di Formula 1 seguiranno con trepidazione, forti della consapevolezza che il mondiale resta ancora apertissimo e ricco di sorprese.