Il Gran Premio del Messico 2023 ha regalato emozioni forti fin dal primo giro, confermando ancora una volta come l’Autódromo Hermanos Rodríguez sappia offrire spunti imprevedibili e colpi di scena inaspettati. Al via, un mix esplosivo di ambizioni, strategie e reazioni fulminee ha letteralmente infiammato il pubblico, lasciando appassionati e addetti ai lavori con il fiato sospeso. In un tracciato caratterizzato dalla lunga retta iniziale e dalla staccata micidiale di curva 1, lo spettacolo è stato assicurato sin dal semaforo verde.
Uno dei protagonisti indiscussi della partenza è stato Lando Norris, autore di uno scatto perfetto che gli ha permesso di mettersi davanti a tutti nelle fasi iniziali. Il giovane talento britannico della McLaren ha dimostrato tempi di reazione fuori dal comune e una grande padronanza nei momenti più concitati. Norris è riuscito a sfruttare al massimo il gioco delle scie e delle traiettorie pulite, muovendosi con precisione chirurgica tra le due Red Bull di Verstappen e Pérez, la Ferrari di Leclerc e la Mercedes di Hamilton, dando il via a una lotta tutta da seguire.
Dietro di lui, il caos non è certo mancato. L’incidente tra Sergio Pérez e Charles Leclerc alla prima curva ha scatenato una serie di reazioni a catena, con il messicano costretto al ritiro in casa davanti ai suoi tifosi e la Ferrari che ha dovuto fare i conti con i danni riportati sulla monoposto. Questo episodio ha subito rimescolato le carte, regalando posizioni inaspettate a chi è stato più abile ad evitare il parapiglia, mentre altri piloti hanno visto sfumare le proprie possibilità di punti già nelle prime curve.
Il ritmo di Norris nelle primissime tornate ha colpito tutti: la McLaren sembrava trovarsi perfettamente a suo agio sia dal punto di vista della trazione che nell’affrontare i corposi cordoli di Città del Messico, nonostante il mix di asfalto scivoloso e l’altitudine che metteva a dura prova i motori. Alle sue spalle, Max Verstappen non ha certo mollato la presa, cercando di forzare la mano senza però rischiare troppo nelle concitate fasi del via. Il campione del mondo in carica ha osservato con attenzione le mosse di Norris, studiando il momento giusto per sferrare l’attacco decisivo.
Al di là dei duelli in testa, la vera protagonista è stata ancora una volta la partenza stessa: ogni team, consapevole dell’importanza del primo giro in Messico, ha scelto strategie differenti tra gomme soft e medie, evidenziando la molteplicità di approcci possibili. La fila indiana che si è creata dopo lo scatto di Norris ha vissuto momenti di vero pathos, tra azzardi, staccate al limite e un numero impressionante di contatti sfiorati. Alcuni outsider, come Daniel Ricciardo e Alex Albon, hanno saputo beneficiare della confusione per risalire la classifica, dimostrando come in Formula 1 la prontezza di riflessi sia fondamentale quanto la velocità pura.
Dal punto di vista tecnico, il circuito messicano resta una delle sfide più impegnative per uomini e mezzi: la rarefazione dell’aria ad oltre 2200 metri di altezza provoca surriscaldamenti anomali e influisce tanto sull’aerodinamica quanto sulla gestione degli pneumatici. Non a caso, numerosi sono stati i team che hanno lamentato problemi di temperatura e faticato a trovare il bilanciamento ottimale. La gestione del power unit è risultata decisiva, così come la staccata di curva 1 ha premiato i freni più efficienti e nervi saldi al volante.
In un contesto così ricco di variabili, la partenza in Messico rimane uno snodo cruciale della gara, capace di ribaltare i pronostici in pochi metri. La capacità di Norris e degli altri protagonisti di districarsi tra le insidie della prima curva meritano uno spazio d’onore in una stagione dove la competitività è tornata ai livelli più alti degli ultimi anni. Il Gran Premio del Messico ci ricorda che in Formula 1 nulla è mai scontato: lo spettacolo comincia dal semaforo, e la corsa al titolo si gioca anche e soprattutto nei primi, infuocati secondi di gara.