La stagione di Formula 1 2024 sta entrando nella sua fase cruciale e l’attenzione di tutti gli appassionati è già rivolta ai futuri scenari della lotta mondiale. Se l’inizio di stagione aveva mostrato il dominio quasi incontrastato di Max Verstappen e della Red Bull, da alcune gare lo scenario appare più incerto, soprattutto grazie alle prestazioni sorprendenti di Lando Norris e della sua McLaren. Gli equilibri in pista sono cambiati e con una lunga sequenza di gare ancora da correre, il destino del campionato è tutt’altro che scritto.
Lando Norris, dopo aver conquistato la sua prima vittoria in carriera e con una frequenza impressionante di podi, ha messo il talento inglese finalmente sotto i riflettori che merita. A differenza delle precedenti stagioni, quest’anno il giovane pilota di Bristol sembra costantemente in lotta per il podio, grazie anche agli sviluppi tecnici e strategici apportati dalla McLaren. Il team di Woking si è infatti dimostrato estremamente competitivo, riuscendo non solo a chiudere il gap con la Red Bull, ma in alcune occasioni anche a superarla in termini di passo gara sul medio-lungo periodo.
I calcoli matematici stanno già diventando protagonisti tra gli addetti ai lavori e gli appassionati: quando potremmo realmente vedere Norris in corsa per il titolo, magari con la possibilità di chiudere i giochi addirittura con diversi Gran Premi d’anticipo? La risposta, come sempre, dipende da una serie di variabili, comprese le prestazioni di Verstappen, di Charles Leclerc e della Ferrari, senza dimenticare le possibili sorprese che potrebbero arrivare da Mercedes, Aston Martin o dalla stessa McLaren con Oscar Piastri.
Secondo gli attuali regolamenti, sono previsti 25 punti per la vittoria di un Gran Premio, con la possibilità di ottenere un ulteriore punto bonus in caso di giro più veloce, purché il pilota finisca nella top ten. Considerando che possono esserci anche gare Sprint, ognuna con un bottino massimo di 8 punti, il potenziale di punti a disposizione è elevatissimo. È allora facile comprendere quanto i margini possano cambiare anche solo con una manciata di episodi favorevoli o sfavorevoli, come una safety car improvvisa o condizioni meteo variabili.
Perché Norris possa realmente pensare di chiudere in anticipo il mondiale, servirebbero una serie di risultati favorevoli e una costanza impressionante. L’ultima possibile chiusura anticipata — argomento da sempre caro a chi ama i pronostici — dipenderebbe tanto dalle sue vittorie quanto da un calo di rendimento degli avversari, Verstappen in primis. Tuttavia, quello che entusiasma i tifosi è la crescente competitività e il senso di incertezza che regala ogni Gran Premio, con distacchi spesso inferiori ai due secondi e bagarre che ricordano i tempi d’oro della F1.
Lando Norris ha costruito una stagione basata non solo sul talento, ma su una maturità tattica invidiabile per un classe ‘99. Le sue dichiarazioni post gara sono spesso caute, ma dietro la sua serenità si percepisce la fame di un pilota consapevole delle proprie possibilità. La McLaren punta a capitalizzare la situazione e, magari, a firmare una delle imprese più inattese della storia moderna del motorsport.
A livello di fattibilità, ipotizziamo che Norris riesca a ottenere il massimo dei punti nelle prossime gare mentre i suoi avversari diretti raccolgano risultati modesti: è plausibile, allora, che possa iniziare a festeggiare il titolo già con due o tre weekend di anticipo rispetto all’ultimo appuntamento di Abu Dhabi. Questo scenario richiederebbe però una serie di coincidenze quasi perfette, tra cui zero ritiri, nessun errore nei pit-stop e strategie sempre impeccabili da parte del muretto McLaren.
Il vero valore aggiunto di questa stagione, però, è la ritrovata imprevedibilità: ogni gara può ribaltare le gerarchie e Norris, con il suo stile di guida aggressivo e preciso, è diventato il simbolo di una F1 che torna finalmente a emozionare e coinvolgere fino all’ultima curva. I fan sono avvisati: preparatevi a una seconda parte di mondiale ricca di colpi di scena, dove l’unica certezza è che tutto può ancora succedere.