La stagione di Formula 1 è ormai entrata nella sua fase cruciale, e tutti i team stanno lavorando al massimo per estrarre ogni decimo di prestazione dalle proprie monoposto. Tuttavia, ci sono circuiti particolari che mettono a dura prova anche le vetture più sofisticate, e uno di questi è proprio il Gran Premio di Las Vegas, una delle novità più attese del calendario. Mentre l’entusiasmo cresce tra i tifosi per il ritorno della Formula 1 nella città delle luci, alcuni piloti e tecnici esprimono preoccupazione riguardo alle sfide tecniche che la pista americana presenterà, soprattutto per alcuni team come la McLaren.
Il tracciato cittadino di Las Vegas, con i suoi lunghi rettilinei, curve a medio-bassa velocità e superfici poco abrasive, impone esigenze molto specifiche alle monoposto. Il pilota britannico Lando Norris, ormai punto di riferimento in McLaren, ha recentemente ammesso che il team inglese potrebbe incontrare particolari difficoltà nel trovare il giusto setup per la gara notturna. Le temperature fredde previste nelle sessioni di sera e notte acutizzano il problema della gestione delle gomme, uno dei punti deboli storici della McLaren nelle condizioni di grip limite.
A sottolineare ulteriormente queste preoccupazioni, va ricordato come la McLaren abbia avuto un’ascesa formidabile nella seconda parte della stagione grazie a importanti aggiornamenti tecnici, specialmente sul fronte aerodinamico e della dinamica veicolo. Tuttavia, la pista di Las Vegas sembra rappresentare un insieme di sfide fuori dall’ordinario rispetto ai circuiti più “convenzionali”, ponendo il team di Woking davanti a un nuovo banco di prova.
La conformazione del tracciato porta i tecnici delle scuderie a rivedere radicalmente strategie di assetto e scelte aerodinamiche: a Las Vegas le velocità di punta saranno elevatissime, quasi paragonabili a quelle di Monza, ma la presenza di curve lente e sezioni guidate richiederà anche un buon compromesso sull’aderenza. Questo mix può mettere in crisi vetture che, come la McLaren, hanno brillato specialmente su circuiti ad alta deportanza o in condizioni di asfalto più caldo e abrasivo. Le basse temperature notturne poi sono temutissime: in queste circostanze il rischio di non riuscire a portare le gomme nelle corrette finestre di temperatura è altissimo, con conseguenti problemi in trazione e usura.
Lando Norris ha spiegato che il team sarà chiamato a fare scelte molto precise sulla messa a punto per garantire la rapidità nei rettifili senza sacrificare eccessivamente la stabilità in ingresso e uscita di curva. La finestra di funzionamento degli pneumatici Pirelli, strettissima in questa stagione, rischia di essere ancora più difficile da centrare: se le gomme non entrano nella giusta temperatura, la perdita di aderenza può essere significativa e compromettere tutta la strategia di gara.
Oltre agli aspetti tecnici, la gara di Las Vegas arricchisce il calendario di F1 di ulteriore fascino non solo per lo scenario glamour, ma anche per la quantità di variabili in gioco: si corre su una pista praticamente nuova, con dati ancora limitati su grip reale, livelli di abrasione e comportamento della superficie sotto stress. I simulatori sono stati messi a dura prova in queste settimane, con ingegneri e piloti che lavorano ore extra per prevedere ogni possibile scenario.
Per i tifosi italiani, rimane l’interrogativo su quale sia il vero potenziale McLaren su una pista che esalta punti di forza diversi da quelli più tradizionali. Sarà interessante vedere se il talento di Norris e il lavoro del team riusciranno a compensare i limiti della vettura, oppure se i rivali diretti – come Ferrari, Mercedes e Aston Martin – avranno un vantaggio che potrebbe rimescolare le carte in tavola nella lotta per il secondo posto tra i costruttori. L’appuntamento di Las Vegas promette dunque colpi di scena e una notte di motori e spettacolo che già si preannuncia indimenticabile.