L’attesa per il ritorno della Formula 1 a Las Vegas si è conclusa con una prima sessione di prove libere che ha regalato subito emozioni e qualche sorpresa. Il vento del deserto, le luci della Strip e una pista completamente nuova hanno creato un’atmosfera unica, degna di uno degli eventi più glamour del calendario mondiale. Charles Leclerc ha firmato il miglior tempo nella FP1, confermando le ambizioni della Ferrari su questo tracciato cittadino ultramoderno, ma non sono mancati i colpi di scena che potrebbero suggerire uno scenario imprevedibile per il resto del weekend.
Leclerc ha fermato il cronometro sull’1:40.909, mostrando sin dai primi giri grande fiducia con la SF-23 tra i muretti scintillanti della città del peccato. Alle sue spalle, a sorpresa, si è piazzato Alexander Albon con una Williams estremamente performante sui lunghi rettilinei di Vegas, evidenziando quanto le velocità di punta e la bassa resistenza all’avanzamento siano fattori chiave su questa pista. Il terzo posto di Yuki Tsunoda con l’AlphaTauri conferma come la capacità di adattarsi rapidamente a condizioni nuove possa rimescolare le gerarchie abituali, almeno nelle fasi iniziali.
Tra i protagonisti più attesi, Max Verstappen ha chiuso la sessione nelle retrovie a causa di una Red Bull ancora alla ricerca del miglior bilanciamento. Il campione del mondo in carica, noto per la sua capacità di “leggere” immediatamente i nuovi circuiti, ha invece dovuto fare i conti con una vettura nervosa sia a bassa velocità sia in uscita dai curvoni ad alta velocità. I tecnici del team austriaco avranno parecchio lavoro da fare per colmare il gap con i primi della classe.
Anche Mercedes è apparsa leggermente sottotono, con Lewis Hamilton e George Russell intenti a raccogliere dati piuttosto che inseguire prestazioni assolute. Hamilton ha lamentato problemi di aderenza sulla pista ancora molto “green”, ossia con poco grip a causa dell’asfalto nuovo e poco gommato. Russell, invece, si è concentrato sulle simulazioni di passo gara, consapevole che in un circuito urbano imprevedibile la gestione delle gomme e degli eventuali interventi della safety car potrebbero risultare determinanti in gara.
Il fondo stradale ha rappresentato una delle principali difficoltà: i lunghi rettilinei spingono i team ad adottare set-up scarichi, ma le staccate violente e le curve tecniche impongono una certa attenzione per evitare bloccaggi e consumi anomali delle gomme anteriori. Alcuni piloti, tra cui proprio Tsunoda e Sargeant, sono andati vicini a “baciare” i muretti in più occasioni, ricordando ai fan quanto sia sottile il limite della pista di Las Vegas.
Da segnalare l’interruzione sessione dovuta a una problematica sul fondo della vettura di Sainz, che ha costretto la direzione gara a sventolare le bandiere rosse per permettere la messa in sicurezza del tracciato. Nonostante le interruzioni, la sessione è stata fondamentale per consentire ai team di raccogliere dati preziosi in vista delle Qualifiche, in particolare sull’evoluzione del grip e sul comportamento delle gomme sul nuovo asfalto che, con il calare delle temperature, diventa sempre più insidioso.
La sensazione tra i box è che Las Vegas possa davvero regalare una gara spettacolare, grazie ai lunghi rettilinei che favoriscono i sorpassi e alle numerose incognite legate a grip e temperature. Se la Ferrari riuscirà a confermare quanto di buono mostrato con Leclerc, il Gran Premio potrà diventare uno dei punti salienti del finale di stagione. Occhio alle Williams e alle AlphaTauri, outsider di lusso in un weekend che promette già di essere indimenticabile per tutti gli appassionati di Formula 1.