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Ecco perché Hamilton è stato penalizzato in Messico e Verstappen no!

Ecco perché Hamilton è stato penalizzato in Messico e Verstappen no!

Squadra FansBRANDS® |

In Formula 1, le decisioni dei commissari rappresentano spesso argomento di animati dibattiti tra tifosi e addetti ai lavori, soprattutto quando si tratta di penalità per presunti vantaggi ottenuti oltre i limiti della pista. Un caso emblematico si è verificato durante il Gran Premio del Messico: Lewis Hamilton è stato penalizzato per aver lasciato la pista e aver tratto vantaggio in curva 1 durante il primo giro, mentre episodi simili hanno visto protagonisti Max Verstappen e Charles Leclerc senza provvedimenti analoghi. La questione solleva interrogativi sulla coerenza e sull’interpretazione dei regolamenti da parte della direzione gara.

Hamilton, a seguito di un leggero contatto in partenza, si è ritrovato largo fuori dal tracciato approfittando dell'asfalto oltre i cordoli. Il suo rientro in pista non solo gli ha permesso di mantenere la posizione, ma, secondo i commissari, ha ottenuto un vantaggio ingiusto rispetto a chi ha rispettato il layout: per questo motivo la Mercedes ha pagato con una penalità di 5 secondi. Questo episodio ha riportato attualità al dibattito sulla gestione degli episodi al via delle gare, notoriamente più caotici e complessi.

Non meno rilevante è stato il comportamento di Verstappen, che sempre in curva 1 ha lasciato la pista ma senza ricevere sanzioni. Allo stesso modo, Leclerc ha avuto alterchi simili senza conseguenze. Cosa ha fatto la differenza? Le decisioni dei giudici si basano sulla valutazione se sia stato effettivamente ottenuto un vantaggio duraturo dalla manovra o se la posizione sia stata immediatamente restituita. Tuttavia, la sottile linea tra l’evitare il danno e il trarre vantaggio continua a essere fonte di ambiguità, lasciando tifosi e piloti in una sorta di limbo regolamentare.

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Il regolamento della FIA è chiaro nel descrivere che un pilota che guadagna una posizione o un vantaggio duraturo uscendo fuori pista deve restituire il vantaggio. Il problema risiede però nell'interpretazione delle circostanze: in fase di partenza, l'intreccio di auto e le traiettorie obbligate spesso rendono difficile distinguere tra chi è costretto a tagliare e chi invece ne approfitta. Nel caso di Hamilton, la commissione ha ritenuto che la sua manovra nelle prime curve sia stata una scelta deliberata per assicurarsi una posizione di vantaggio, mentre in altri episodi analoghi probabilmente la perdita di controllo o la necessità di evitare contatti ha giocato a favore del pilota sotto esame.

Questa disparità alimenta la percezione — radicata da anni tra gli appassionati — che i commissari siano a volte troppo soggetti a interpretazioni personali dei fatti, piuttosto che a un’applicazione fredda e oggettiva delle regole. In una disciplina che basa la sua credibilità anche sulla trasparenza delle decisioni, queste divergenze minano la fiducia di team e piloti. Non è un caso che molti team abbiano richiesto alla FIA maggiore chiarezza e coerenza nelle indicazioni, auspicando magari all’utilizzo più esteso di strumenti come la “VAR” per la revisione delle manovre più controverse.

Per i tifosi, questi episodi sono parte integrante del fascino della Formula 1. Ogni discussione sulle penalità accende passioni, forum e social, con schieramenti che difendono a spada tratta i loro beniamini. Tuttavia, per il bene dello sport e della sua immagine globale, è fondamentale che i criteri di giudizio siano il più possibile uniformi e prevedibili. Solo così si potrà garantire un campo di gara equo e trasparente per tutti, valorizzando davvero il talento dei piloti rispetto alle zone grigie della regolamentazione.

In conclusione, il caso di Hamilton in Messico è l’ennesima dimostrazione di quanto la questione penalità rimanga una spina nel fianco della Formula 1 moderna. La speranza degli appassionati è che la federazione possa lavorare nei prossimi anni per rendere sempre più trasparente e logica la propria azione, restituendo piena fiducia nella sportività che ha sempre caratterizzato questo meraviglioso sport.