Nel corso della stagione 2024 di Formula 1, l’attenzione di molti appassionati si è concentrata sulla battaglia serrata tra i piloti di vertice, ma c'è anche chi, come Zak Brown, CEO di McLaren Racing, ha espresso un'opinione tanto decisa quanto inusuale su chi vorrebbe vedere trionfare al termine del campionato. Mentre i riflettori rimangono puntati sui contendenti alla corona iridata, Brown ha sorpreso molti ammettendo che, piuttosto che scegliere un favorito tra i rivali, preferirebbe vedere Max Verstappen laurearsi ancora una volta campione del mondo.
Questo pensiero, che potrebbe sembrare sorprendente per alcuni tifosi, trova in realtà delle motivazioni logiche e legate alle dinamiche politiche e sportive che animano il paddock. Brown, noto per la sua franchezza e il suo approccio manageriale diretto, ha sottolineato come una vittoria di Verstappen costituirebbe una sorta di “meno peggio” rispetto ai possibili successi di altre scuderie tradizionalmente rivali della McLaren, come Ferrari e Mercedes. Secondo Brown, un altro titolo per Verstappen consoliderebbe lo status del pilota olandese e, al contempo, darebbe a McLaren uno spazio maggiore per migliorarsi nella distanza rispetto alle dirette concorrenti storiche.
Questa dichiarazione scatena inevitabilmente una serie di riflessioni interessanti circa il clima attuale nel circus della Formula 1. Negli ultimi anni la lotta per il titolo si è polarizzata, da un lato con la supremazia quasi assoluta di Verstappen e della Red Bull, dall'altro con il progressivo avvicinamento di team come Ferrari, Mercedes e – perché no – la stessa McLaren, che in questa stagione sta mostrando segnali incoraggianti di crescita tecnica.
Dietro le quinte, la visione di Brown si lega anche alla sfida costante tra costruttori. Se Ferrari o Mercedes dovessero aggiudicarsi il titolo, questo rappresenterebbe non solo una sfida in più per McLaren in termini di reputazione e attrattività per sponsor e piloti, ma rafforzerebbe anche la posizione di potere di queste squadre, consolidando la distanza con chi, come McLaren, sta cercando di colmare il gap dopo diversi anni lontano dalla vittoria iridata. Per Brown quindi, vedere Verstappen continuare la sua serie di successi con Red Bull – una scuderia già solidamente al vertice – viene quasi considerato come il “male minore”, lasciando a McLaren la possibilità di emergere poco alla volta come la grande outsider capace di sparigliare le carte negli anni a venire.
Non bisogna dimenticare che la Formula 1 è anche teatro di strategie fuori dalla pista, dove alleanze, rivalità e giochi di potere influenzano le relazioni tra scuderie. Il pensiero di Brown è un chiaro esempio di questa mentalità: meglio un campione consolidato che vedere i rivali storici rafforzare la loro leggenda, soprattutto mentre McLaren investe, cresce e punta a essere protagonista assoluta nel futuro prossimo. Del resto, il cammino di Woking nel 2024 continua a registrare progressi significativi, con sviluppi tecnici che stanno riportando la squadra arancione nella zona podio con crescente frequenza.
Per i tifosi italiani e gli appassionati di Formula 1 in generale, queste dinamiche interne rendono il campionato ancora più affascinante. Da un lato la supremazia di Verstappen sembra quasi scontata, ma dall’altro non manca mai la speranza di vedere nuove forze emergere e cambiare il corso della storia recente. McLaren ha già dimostrato di poter impensierire i grandi, con Norris e Piastri che spesso sfidano ad armi pari i protagonisti Mercedes, Ferrari e Red Bull.
In ultima analisi, la posizione di Zak Brown offre un interessante spaccato sulla mentalità competitiva che anima i vertici delle scuderie di Formula 1. Mentre il pubblico sogna spettacolo ruota a ruota e colpi di scena, il management pianifica mosse e pensa al futuro: tra rivalità, strategia e visioni a lungo termine, la lotta per il titolo mondiale è molto di più di ciò che si vede la domenica pomeriggio nei Gran Premi. È una sfida totale, fatta di interessi, scelte e scommesse che si decideranno giro dopo giro, gara dopo gara... e talvolta anche fuori dalla pista.