Il Gran Premio d’Europa del 1997, andato in scena sul tracciato di Jerez de la Frontera, rimarrà per sempre scolpito nella memoria degli appassionati di Formula 1. Fu un weekend che racchiuse tutto l’incredibile pathos, la tensione e il dramma sportivo che solo la lotta per un titolo mondiale sa sprigionare. Jacques Villeneuve, al volante della Williams-Renault, arrivava in Spagna a pari punti con il suo avversario diretto, Michael Schumacher, pronto a giocarsi tutto nell’ultima corsa di una stagione combattutissima.
La tensione già nell’arco delle qualifiche raggiunse livelli altissimi, con un evento unico: ben tre piloti siglarono esattamente lo stesso tempo in pole position (1:21:072). Insieme a Villeneuve, anche Schumacher e Heinz-Harald Frentzen fermarono il cronometro sul medesimo tempo, ma fu il canadese a partire dalla pole grazie al fatto di averlo ottenuto per primo, dando così un primo segnale di forza mentale e tenacia.
La gara si sviluppò da subito sul filo del rasoio. Schumacher prese il comando, seguito come un’ombra da Villeneuve. Giro dopo giro, i due contendenti si marcarono stretti, sapendo che una sola mossa sarebbe potuta costare cara. Ed è proprio a 22 giri dal termine che arrivò il momento che ha segnato per sempre la storia della Formula 1: Villeneuve tentò il sorpasso decisivo alla curva Dry Sack e Schumacher, in un gesto istintivo e controverso, chiuse la traiettoria andando a colpire la Williams del rivale.
Ma la tenacia del canadese ebbe la meglio. Nonostante il contatto, la sua monoposto riportò solo danni marginali e Villeneuve fu abile a rientrare in pista mantenendo il controllo della situazione. Schumacher, invece, finì la sua corsa nella ghiaia, sancendo di fatto la fine dei suoi sogni di gloria. L’episodio destò scalpore, portando la FIA ad aprire un’indagine e a squalificare il pilota tedesco dall’intero campionato, un provvedimento senza precedenti nella storia recente.
Villeneuve, pur penalizzato dalla macchina danneggiata, lottò come un leone nelle battute finali della gara. I piloti McLaren, David Coulthard e Mika Häkkinen, lo raggiunsero e lo superarono negli ultimi chilometri, ma ciò che davvero contava era il traguardo: il terzo posto fu sufficiente a Jacques per laurearsi campione del mondo con un solo punto di vantaggio su Schumacher.
Quel giorno consacrò Villeneuve nell’Olimpo della massima categoria. Figlio d’arte, capace di alternare talento e carattere, dimostrò sangue freddo, coraggio e intelligenza tattica, interpretando al meglio la pressione di un mondiale deciso all’ultimo respiro. Jerez 1997 è ricordato non solo per la gara rocambolesca e per le mille polemiche, ma anche come la vittoria della sportività e della perseveranza su ogni avversità, a testimonianza di quanto la Formula 1 sia spesso lo specchio fedele delle più nobili virtù dello sport.
Per gli appassionati che amano i grandi colpi di scena, emozioni fino all’ultimo giro e storie di rivalsa, la gara di Jerez rimane uno degli appuntamenti iconici che ogni tifoso dovrebbe rivivere almeno una volta. Un duello leggendario, una rivalità senza tempo e un finale che rappresenta perfettamente cosa significhi diventare campioni del mondo.
