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Scandalo Alpine F1: Crisi nel 2025, Scommettono tutto sul 2026!

Scandalo Alpine F1: Crisi nel 2025, Scommettono tutto sul 2026!

Squadra FansBRANDS® |

Alpine vive un momento particolarmente difficile in questa stagione di Formula 1, un periodo nero che ha visto la squadra francese scivolare nelle retrovie della griglia. Nonostante gli sforzi importanti compiuti nelle ultime stagioni per consolidare la propria posizione tra i top team del paddock, il campionato 2024 ha svelato diverse lacune tecniche e organizzative che hanno portato il team di Enstone a fare i conti con risultati ben al di sotto delle aspettative e, soprattutto, delle ambizioni dichiarate nel corso degli anni.

Il distacco dai leader cresce gara dopo gara: mancano velocità pura, affidabilità e, soprattutto, una direzione tecnica univoca che possa riportare la squadra verso la competitività. Le problematiche nascono in primis dalla progettazione della vettura, la A524, che ha mostrato fin dall’inizio del campionato limiti sia di telaio sia di power unit – penalizzata da un rendimento inferiore rispetto a quelle dei concorrenti più diretti. Alpine ha quindi dovuto ricalibrare priorità e obiettivi, decidendo da subito di indirizzare maggiori risorse sul progetto 2026.

Il team, infatti, dopo aver faticato ad ottenere punti nelle prime gare e aver visto lontana anche la zona Q3 in qualifica, ha scelto una strada coraggiosa: migrare velocemente il focus tecnico verso il nuovo ciclo regolamentare che entrerà in vigore dal 2026, dove – con l’introduzione delle nuove power unit e una filosofia telaistica completamente rivista – Alpine spera di trovare una nuova occasione di rinascita competitiva. Il DNA Renault, già capace in passato di rivoluzioni tecnologiche, sarà chiamato ora a un’ulteriore prova di maturità.

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Dietro a questa scelta di puntare sul 2026 c’è una consapevolezza tecnica ben precisa: le regolamentazioni attuali, nate nel 2022, hanno evidenziato quanto sia difficile recuperare terreno sui team più strutturati in tempi brevi. Red Bull, Mercedes, McLaren e Ferrari hanno investito risorse enormi non solo in tecnologia ma anche in talento umano, mentre Alpine sta ancora vivendo una fase di riorganizzazione manageriale. La recente partenza di alcune figure chiave nel reparto tecnico e l’ingresso di nuovi manager hanno portato un ulteriore scossone all’ambiente interno, ma la proprietà rimane fortemente convinta che la strategia a lungo termine sia l’unica strada percorribile per tornare a lottare stabilmente per i podi.

Non va sottovalutato poi il nodo della power unit: già oggi il motore Renault paga un divario cronico in termini di potenza rispetto ai propulsori rivali. La speranza in casa Alpine è che il nuovo regolamento tecnico consenta una sorta di “reset” tecnologico, laddove competenze e know-how accumulati a Viry-Châtillon possano finalmente trovare sbocco senza penalizzazioni regolamentari o deficit storici difficili da colmare. In quest’ottica si inseriscono anche nuovi investimenti su infrastrutture e banchi prova, così da farsi trovare pronti alla rivoluzione del 2026.

Un altro tema strettamente connesso è quello dello sviluppo giovani e del mercato piloti: le difficoltà attuali rischiano di minare anche l’appeal di Alpine nei confronti dei talenti emergenti e dei piloti di punta. Le fortune di Esteban Ocon e Pierre Gasly rappresentano un termometro del momento, e il team potrebbe dover fare i conti con ulteriori cambiamenti nel futuro organico se non dovessero vedersi progressi entro il 2025.

I tifosi francesi e tutti gli appassionati della Formula 1 non possono fare altro che sperare che questa paziente opera di ricostruzione porti frutti concreti: Alpine dispone ancora della struttura per competere ad alto livello, ma dovrà dimostrare sin dall’inizio del nuovo ciclo regolamentare di aver assimilato la lezione di queste stagioni difficili. Se la strategia di “reset” tecnico e gestionale funzionerà, potremo rivedere il team transalpino a firmare pagine entusiasmanti nella storia della Formula 1.