Il prossimo doppio appuntamento della stagione di Formula 1 porta le squadre su due circuiti iconici: Austin e Città del Messico. Quest’anno, il “circus” troverà una sorpresa tecnica non trascurabile: Pirelli ha deciso di saltare una specifica intermedia, portando ad entrambe le piste una gamma di mescole un gradino più morbida rispetto all’edizione 2023. Questa scelta – apparentemente audace – genera domande tra appassionati e addetti ai lavori: perché questa variazione e quali saranno le sue reali conseguenze in pista?
In passato, sia il Circuit of The Americas sia l’Autódromo Hermanos Rodríguez sono stati teatro di gare dove la gestione delle gomme ha fatto la differenza tra la gloria e la disfatta. Nel 2023, la scelta di Pirelli cadeva sulle mescole C2-C3-C4. Per il 2024, invece, i piloti avranno a disposizione la C3 come Hard, la C4 come Medium e la C5 – la più morbida del ventaglio – come Soft. Questa decisione non nasce dal caso, ma da una profonda analisi dei dati raccolti, delle strategie attuate dalle squadre e del modo in cui l’asfalto ha reagito alle diverse temperature e configurazioni di gara degli ultimi anni.
Pirelli, guidata dall’esperienza di Mario Isola, ha rilevato come le mescole più dure siano state in passato raramente impiegate in gara, risultando poco performanti rispetto alle esigenze strategiche dei team. Questo fenomeno era visibile già nel 2023, con molti piloti che preferivano non utilizzare neppure una volta le specifiche più resistenti, optando piuttosto per soluzioni più morbide capaci di meglio adattarsi al consumo modesto di entrambi i tracciati.

La svolta per questo 2024 nasce dunque dalla volontà di favorire gare più avvincenti sotto il profilo della strategia. Una gomma più morbida implica, potenzialmente, più degrado e quindi un ruolo maggiormente decisivo dell’abilità dei piloti e dei team nell’interpretare al meglio le finestre di utilizzo ottimale dei pneumatici. È facile ipotizzare che, specialmente a Città del Messico, l’altitudine e l’asfalto a bassa abrasività renderanno questa sfida ancor più interessante: le Soft potrebbero giocare un ruolo fondamentale non solo in qualifica ma con stint più corti anche in gara, costringendo i muretti a scelte a volte coraggiose.
Non va trascurato il fatto che sia Austin che Città del Messico presentano condizioni decisamente particolari. Se nella città texana i bump del tracciato e le variazioni di temperatura hanno sempre rappresentato un’incognita, in Messico l’aria rarefatta e l’asfalto lisciato dall’altitudine rappresentano due sfide uniche nel calendario. La nuova selezione Pirelli promette non solo di movimentare le strategie, ma forse anche di rimescolare i valori prestazionali tra i vari team, favorendo quelli capaci di sfruttare al meglio gli stint corti e le gomme morbide senza degradarle troppo in fretta.
Questa evoluzione testimonia anche la crescente attenzione di Pirelli alle esigenze spettacolari della Formula 1 moderna. L’introduzione di mescole più morbide permette più margine di manovra strategica e, di conseguenza, la possibilità di vedere più sorpassi e colpi di scena anche nella seconda metà della gara, tradizionalmente più “statica” in circuiti dove la gestione è, da sempre, cruciale.
Gli occhi saranno quindi puntati non solo sulle prestazioni in qualifica, ma soprattutto sulle differenti strategie che i team adotteranno domenica: chi riuscirà ad azzardare, chi riuscirà a gestire le Soft per più giri e, soprattutto, se qualche team di vertice cadrà nella tentazione di affidarsi troppo all’azzardo. Una cosa è certa: la Formula 1 di Austin e Città del Messico, con gomme più soft, potrebbe regalarci due weekend decisamente fuori dagli schemi.