Il Gran Premio del Qatar di Formula 1 2023 si sta rivelando uno degli appuntamenti più discussi della stagione, non solo per i duelli in pista, ma soprattutto per una questione tecnica che ha coinvolto gli pneumatici Pirelli. A seguito delle sessioni di prove libere e delle prime analisi tecniche, la federazione e la casa milanese hanno deciso di introdurre una misura straordinaria per garantire la sicurezza di piloti e squadre: ogni set di pneumatici slick non potrà essere utilizzato per più di 18 giri, tanto in gara quanto in regime di bandiera verde (con un massimo di 25 giri totali calcolando anche le Safety Car). Una novità che non ha precedenti nella storia recente della Formula 1 e che aggiunge un livello di strategia del tutto inedito.
Ma come si è arrivati a questa decisione? Durante le sessioni precedenti al Gran Premio, Pirelli ha riscontrato anomalie nell'area dell'interscambio tra il battistrada e la spalla degli pneumatici, dovute alle particolari caratteristiche del circuito di Losail. I nuovi cordoli, appuntiti e particolarmente aggressivi, hanno causato micro fratture e tagli, portando a un rischio concreto di delaminazione. Un rischio che nessun top team è disposto a correre, soprattutto in un campionato combattuto come quello di quest’anno, dove ogni punto può fare la differenza per i costruttori e i piloti.
La risposta della FIA, in collaborazione con Pirelli, è stata rapida e decisa: una direttiva tecnica che obbliga i team a strategizzare su almeno tre pit stop durante la gara, rivoluzionando completamente le tattiche abituali. Un cambiamento radicale, visto che tradizionalmente la maggior parte delle squadre puntava a un doppio pit stop, gestendo il degrado gomme per conservare energia e evitare rischi inutili. Stavolta, invece, la gestione delle gomme sarà cruciale e ogni errore nella tempistica del pit stop potrebbe costare posizioni preziose.
Non sono mancate le reazioni: alcuni piloti e team manager si sono detti sorpresi dall’impatto che i cordoli di Losail, recentemente riprogettati per questa edizione del Gran Premio, hanno avuto sulle gomme. Diversi ingegneri di pista hanno sottolineato come non bastino le simulazioni al computer per prevedere il comportamento reale di un circuito, soprattutto su superfici nuove o modificate, e che a volte l’esperienza diretta rivela criticità inaspettate. Per i fan, questi colpi di scena aggiungono suspense e imprevedibilità a una corsa che già si preannunciava molto combattuta.
A livello strategico, assisteremo a uno scenario quasi da endurance: ben tre pit stop obbligati per ogni squadra, una gestione scientifica di ogni stint e una pressione altissima sui meccanici, chiamati a eseguire cambi gomme perfetti per evitare di perdere posizioni in uscita box. Soprattutto nelle fasi di Safety Car, sarà cruciale tornare ai box nel momento giusto per massimizzare il vantaggio di un pit stop "gratis", mentre chi azzarderà con il timing potrebbe trovarsi penalizzato.
Va poi sottolineato come questa situazione metta ancora una volta sotto i riflettori l’importanza degli pneumatici in Formula 1 moderna. Molto più che semplici "scarpe" delle monoposto, sono l’elemento chiave che può fare la differenza tra vincere e perdere. La capacità di adattarsi alle emergenze, alle novità regolamentari e alle richieste della sicurezza è uno degli elementi che separa i top team dal resto della griglia.
Il GP del Qatar 2023 verrà quindi ricordato come una gara dove a dettare i ritmi non sono stati solo i motori e i piloti, ma anche le gomme, i cordoli e le strategie. Un vero banco di prova per tutti: ingegneri, piloti, meccanici e appassionati che potranno godere di una gara tutta da vivere fino all’ultimo pit stop!
