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La strategia segreta McLaren: hanno perso una vittoria sicura?

La strategia segreta McLaren: hanno perso una vittoria sicura?

Squadra FansBRANDS® |

Il Gran Premio del Canada si è svolto ancora una volta sotto condizioni meteorologiche variabili, mettendo alla prova le scuderie di Formula 1 sia sul fronte strategico che tecnico. Nel corso della gara, la strategia di McLaren ha sollevato molte discussioni, soprattutto tra gli appassionati che hanno visto in alcune decisioni il possibile punto di svolta per un risultato ancora più sorprendente. Ma analizziamo nel dettaglio cosa è successo a Montréal e se la squadra di Woking avrebbe potuto davvero ambire a qualcosa di più rispetto al podio ottenuto da Lando Norris.

In una gara contraddistinta dall’incertezza, la gestione delle gomme e il tempismo dei pit stop sono risultati fattori chiave. Dopo una partenza bagnata e una pista che si asciugava a tratti, la scelta del momento giusto per passare dalle intermedie alle slick è diventata cruciale. Mentre alcuni rivali hanno rischiato anticipando la sosta, mettendo sotto pressione i leader, McLaren ha preferito adottare un approccio più conservativo. Questo ha consentito a Norris di mantenersi tra i primi, ma ha forse limitato le sue possibilità di lottare per la vittoria assoluta.

Un altro elemento determinante è stato l’ingresso della Safety Car, che ha rivoluzionato la corsa rendendo i margini di errore strategico ancora più sottili. Il tempismo delle chiamate box durante questi momenti ha premiato alcuni, penalizzando altri. McLaren, su questo fronte, ha optato per una reazione tardiva, che ha permesso comunque a Norris di restare in lotta per il podio, ma ha dato spazio ad avversari come Verstappen e Russell di giocarsi le loro carte nel finale.

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Oltre agli aspetti strategici, non si può sottovalutare la prestazione in pista dei piloti McLaren. Norris ha mostrato una guida impeccabile, sfruttando al massimo le potenzialità della McLaren MCL38 su un tracciato tradizionalmente insidioso come quello di Montréal. Anche Oscar Piastri si è distinto nel confronto diretto con i vari contendenti del centro gruppo, sottolineando la crescente competitività della squadra inglese. Ciò che emerge da questa gara è che, a differenza di quanto accaduto nelle stagioni recenti, McLaren oggi può davvero puntare con costanza ai vertici della Formula 1 moderna.

Le prestazioni della monoposto arancione papaya sono sintomo di un lavoro di sviluppo portato avanti con competenza e determinazione negli ultimi mesi. Affinamenti aerodinamici e aggiornamenti mirati hanno permesso alla squadra guidata da Andrea Stella di ridurre il divario da Red Bull e Mercedes, specie su tracciati tecnicamente complessi come quello canadese.

Ma torniamo alla domanda che molti tifosi si sono posti: McLaren avrebbe potuto fare meglio? Guardando ai dati e alle scelte di altri team, si intravede qualche margine di miglioramento. Una scelta più aggressiva sul cambio gomme o una sosta anticipata durante la Safety Car avrebbero potuto portare Norris a combattere ancora più da vicino con Verstappen e Russell nel finale. Tuttavia, va riconosciuto come McLaren abbia ormai abbandonato il ruolo di outsider, consolidandosi come vero rivale dei top team.

C’è entusiasmo nell’aria per il futuro della scuderia: la solidità tecnica e la grande fiducia nei propri mezzi sono i pilastri su cui McLaren costruirà il prossimo assalto alle vittorie. Il pubblico italiano segue con grande attenzione questa crescita, soprattutto in vista dei prossimi appuntamenti europei dove sarà interessante vedere se la formazione britannica riuscirà a sfruttare fino in fondo le occasioni che si presenteranno e, magari, trovare quella scintilla strategica che può consegnare finalmente una vittoria inattesa.

Il mondiale resta apertissimo e la corsa allo sviluppo non conosce soste: ogni dettaglio può fare la differenza, e McLaren ha dimostrato di sapersi giocare le proprie carte. Gli appassionati non possono che attendere con entusiasmo la prossima gara, certi che il duello tra Norris, Piastri e i grandi della Formula 1 riserverà ancora tante emozioni sotto il segno della papaya.