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Termina il 11 ottobre 2025 23:59

Ferrari in Crisi Totale: Esperimenti Falliti a Singapore!

Ferrari in Crisi Totale: Esperimenti Falliti a Singapore!

Squadra FansBRANDS® |

Il Gran Premio di Singapore è sempre stato considerato uno degli appuntamenti più impegnativi e imprevedibili della stagione di Formula 1, un vero e proprio banco di prova tecnico, mentale e strategico per team e piloti. La scorsa edizione ha evidenziato ancora una volta quanto sia difficile trovare il giusto equilibrio in una gara che non perdona nessun passo falso: ne sa qualcosa la Scuderia Ferrari, reduce da un weekend che ha lasciato molte domande aperte e qualche rammarico, nonostante gli sforzi “estremi” profusi dai tecnici di Maranello.

Alla vigilia, le aspettative erano alte per la rossa, memori dell’incredibile pole position dello scorso anno e dei progressi visti in recenti appuntamenti. Tuttavia, il contesto insidioso di Marina Bay e la natura stop-and-go della pista hanno messo alla prova le lacune della SF-24. Ferrari ha tentato un approccio fuori dagli schemi, scommettendo su soluzioni estreme sia in termini di assetto che di strategie gara, nel tentativo di trovare quel quid in più che potesse colmare il gap con Red Bull e McLaren.

Entrambe le monoposto di Maranello sono scese in pista con una configurazione aerodinamicamente spinta verso il massimo carico, nel tentativo di favorire la trazione nelle continue ripartenze e garantire un’usura contenuta degli pneumatici posteriori. Diversi elementi della vettura sono stati messi sotto esame, inclusi accorgimenti sulla sospensione anteriore e l’altezza da terra, cercando di ridurre l’instabilità in inserimento e in uscita di curva.

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Nonostante l’entusiasmo iniziale per la direzione intrapresa, i risultati non hanno però premiato la scelta radicale del muretto Ferrari. Durante le prove libere, le immagini onboard hanno evidenziato un comportamento ancora nervoso dell’auto, in particolare sulle sconnessioni più marcate del circuito. I piloti, Charles Leclerc e Carlos Sainz, hanno lamentato difficoltà nella gestione della temperatura degli pneumatici e nella costanza della prestazione, soprattutto nella simulazione di gara, segno evidente che le modifiche “estreme” non erano sufficienti a colmare le lacune strutturali della SF-24.

Con la gara ormai compromessa da una qualifica non esaltante e da un passo gara meno incisivo, la Ferrari ha provato a variare le strategie in corsa, dividendosi tra tentativi di undercut e stint allungati sperando in un colpo di scena con la Safety Car. Ma la concorrenza, soprattutto McLaren e Mercedes, si è confermata su un altro livello quanto a gestione gomme e costanza su passo gara, mettendo ancora più in luce quanto alla Scuderia manchi – almeno su tracciati cittadini come Singapore – quella solidità tecnica che fa la differenza nelle fasi cruciali.

Questa necessità di ricorrere a “esperimenti estremi” ha evidenziato un problema strutturale più profondo: la mancanza di una base tecnica solida e flessibile su cui costruire adattamenti rapidi alle varie esigenze del mondiale. Se a Monza il pacchetto aveva primeggiato sulle piste ad alta velocità, Singapore ha invece punito ogni piccola incertezza, riportando la squadra a terra e costringendo i tecnici capitanati da Frédéric Vasseur a riflettere non solo sulle strategie, ma anche sul futuro sviluppo della vettura.

Per i tifosi della Ferrari, il GP di Singapore rappresenta dunque uno spartiacque criuciale: un segnale chiaro che la squadra deve investire su evoluzioni più mirate e meno su soluzioni “tampone” rischiose. Con circuiti come Suzuka e Las Vegas alle porte, il tempo stringe e le riflessioni su assetti, aerodinamica e strategie dovranno tradursi rapidamente in fatti concreti per evitare di rincorrere ancora una volta, piuttosto che essere inseguiti.

La storia recente insegna che, per risalire sul gradino più alto del podio, serve una sinergia perfetta tra uomini, mezzi e idee innovative, ma senza mai perdere di vista la coerenza tecnica che da sempre ha contraddistinto le grandi stagioni Ferrari. Singapore, dunque, non è stata una disfatta, ma il punto di partenza per una riflessione profonda verso una rinascita che i tifosi chiedono e meritano da troppo tempo.