La storia della Formula 1 è costellata di momenti epici, protagonisti indimenticabili e lotte serrate che hanno infiammato i cuori degli appassionati. Tuttavia, spesso si lascia in secondo piano un aspetto fondamentale che condiziona la narrazione delle imprese in pista: il sistema di punteggio, che è cambiato più volte nel corso dei decenni. Ma come cambierebbero le statistiche e le leggende se adottassimo oggi il sistema a punti stabilito nel 2024 per tutte le stagioni della storia?
Attualmente, il sistema vede 25 punti al vincitore, 18 al secondo, fino ad arrivare a un punto per il decimo posto, più un ulteriore punto per il giro veloce. Questo sistema premia costantemente la regolarità e la capacità di ottenere piazzamenti a punti. Ma traslando questa logica nel passato, le classifiche dei Campionati del Mondo subirebbero rivoluzioni inaspettate, riscrivendo la storia della F1 e cambiando il volto di alcune leggende indiscusse.
Uno degli esempi più sorprendenti riguarda l’eterno duello fra Lewis Hamilton e Michael Schumacher. Se analizziamo i dati applicando le regole attuali a tutta la storia della F1, la supremazia di Hamilton si rafforza: il britannico avrebbe conquistato ben nove titoli mondiali, contro i sette effettivi della sua carriera. Ciò rispecchia la sua impressionante costanza, con piazzamenti regolari sempre nelle posizioni a punti e una capacità straordinaria di capitalizzare i nuovi sistemi di punteggio.

La redistribuzione dei titoli ha effetti ancora più sorprendenti su altre leggende. Pensiamo, ad esempio, ad Alain Prost e Ayrton Senna: il Professore francese, con il nuovo sistema, sarebbe riuscito a conquistare addirittura sei mondiali, guadagnandosi così il secondo gradino nella classifica storica, davanti a nomi come Schumacher e Vettel. La sua regolarità e la sua tattica avrebbero pagato ancora di più, mentre Senna, per quanto mitico e spettacolare, avrebbe mantenuto i suoi tre titoli.
Non mancano i colpi di scena: Nigel Mansell, eroe britannico del passato, avrebbe avuto ben più di un titolo. La sua costanza e i tanti piazzamenti da podio lo avrebbero visto detenere persino tre mondiali, modificando in modo radicale la percezione sulla sua carriera spesso considerata “sfortunata”. Altro caso emblematico: Max Verstappen, il grande dominatore degli ultimi anni, avrebbe già in bacheca più titoli di quanti ne possa vantare attualmente, grazie alla sua impressionante striscia di vittorie e piazzamenti in era moderna.
Anche Niki Lauda, icona Ferrari e McLaren, e Ayrton Senna risultano grandi protagonisti di questa “nuova” classifica. E colpisce come anche nomi amati dai tifosi italiani, come Riccardo Patrese, ottengano più gloria: sfruttando al massimo il nuovo sistema di punteggio, emergono dettagli nascosti, facce diverse della stessa passione.
Questa analisi svela quanto il sistema a punti sia fondamentale nel determinare chi entra nella leggenda di questo sport. La domanda sorge spontanea: la storia della Formula 1 sarebbe stata diversa? Probabilmente sì, ma ciò che resta invariato è la capacità dei grandi piloti di adattarsi, lottare e brillare nel proprio tempo, disegnando pagine indelebili nel cuore dei tifosi.
Per gli appassionati di Formula 1, queste simulazioni sono una fonte inesauribile di dibattito e passione. E allora, perché non continuare a sognare e discutere, immaginando un universo alternativo dove i miti hanno nuovi nomi, i titoli cambiano di mano e ogni GP scrive una storia che non smette mai di emozionarci?