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Clamoroso! Scandalo FIA: Elezioni Truccate e Cause in Corso

Clamoroso! Scandalo FIA: Elezioni Truccate e Cause in Corso

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La Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA) torna nell’occhio del ciclone con un nuovo scandalo giudiziario che rischia di scuotere le fondamenta del motorsport mondiale. Questa volta al centro della vicenda c’è l’elezione del presidente FIA del 2021, presunta essere stata caratterizzata da gravi irregolarità e presunte pratiche anti-democratiche che avrebbero escluso ingiustamente candidati di spicco. Uno scenario che, secondo molti, potrebbe avere un impatto significativo anche sul futuro della Formula 1, dove la governance e la trasparenza sono ormai divenute questioni imprescindibili.

Philip Carlin Villars, manager senegalese e candidato alla presidenza della FIA nella contestatissima tornata elettorale del 2021, ha avviato un’azione legale nei confronti della stessa Federazione. Villars accusa la FIA di aver manipolato le procedure di candidatura, ostacolando di fatto la sua possibilità di partecipare alle elezioni e favorendo così la vittoria del presidente in carica, Mohammed Ben Sulayem. Villars sostiene di aver inviato la documentazione necessaria e di averne rispettato i termini, ma di essersi trovato di fronte a una serie di ostacoli burocratici insormontabili e a una mancanza di trasparenza nei processi decisionali.

Secondo quanto emerso, non si tratterebbe di una semplice esclusione tecnica, ma di un vero e proprio sistema volto a limitare la partecipazione democratica all’interno della FIA. Villars punta il dito su una “rete di potere” che influenzerebbe la federazione da decenni, e invita a rivedere profondamente le regole di governance per assicurare che il motorsport rimanga uno sport accessibile e meritocratico anche ai massimi livelli.

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L’eco di questa vicenda si sta espandendo rapidamente nel paddock della Formula 1, dove non sono pochi a porsi domande sul futuro assetto della Federazione. La richiesta di Carlin Villars non si limita al proprio caso personale: il manager senegalese chiede infatti che la giustizia francese annulli l’elezione e imponga una riforma sostanziale delle modalità di selezione del presidente FIA. Le sue parole sono state forti e decise: “Il processo elettorale non è stato equo, né aperto. Tutti i candidati dovrebbero avere una reale possibilità di presentarsi e concorrere per il bene dello sport”.

Molti osservatori vedono in questa causa la punta dell’iceberg di un malessere più diffuso, che si riflette anche in recenti tensioni tra FIA, Formula 1 e Liberty Media – la società che controlla il circus – sulle decisioni in materia regolamentare e sulla gestione della sicurezza in pista. In un contesto in cui la popolarità della Formula 1 è più alta che mai, diventa fondamentale garantire che le istituzioni che la governano operino con i massimi standard di responsabilità e apertura alle istanze dei vari stakeholder.

Al momento, la FIA non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali sulla vicenda e mantiene il massimo riserbo, probabilmente consapevole della potenziale gravità delle accuse. Tuttavia, indiscrezioni provenienti da Parigi suggeriscono che la federazione starebbe già preparando una difesa che punta tutto sulla correttezza delle procedure adottate e sul rispetto delle normative internazionali.

Per gli appassionati di Formula 1, questa vicenda assume una valenza cruciale: la trasparenza e la regolarità delle elezioni federali sono elementi essenziali per assicurare la legittimità delle decisioni che poi si riflettono direttamente in pista. Con un campionato sempre più globale e preso a modello da molte altre discipline sportive, la credibilità della FIA è destinata a rimanere sotto i riflettori. In attesa del prossimo Gran Premio, la sensazione è che la partita più delicata, almeno per ora, si stia giocando nei tribunali più che tra le curve.