In questi ultimi giorni, uno dei nomi più influenti dentro e fuori il paddock di Formula 1 ha deciso di fare un passo indietro: John Malone, finora presidente della Liberty Media, lascia il suo posto ai vertici della società proprietaria del Mondiale di F1. Una notizia che può sembrare distante dai riflettori della pista, ma che nasconde dinamiche profonde e potenzialmente rivoluzionarie per il circus e il suo futuro.
Malone, imprenditore e magnate dei media di fama mondiale, era stato una figura chiave nell’acquisizione della Formula 1 da parte di Liberty Media nel 2017. Da allora il campionato ha vissuto una vera e propria trasformazione, puntando a una maggiore apertura verso nuovi mercati, l’ampliamento digitale, la popolarità negli Stati Uniti e una modernizzazione senza precedenti di regole e format. L’addio di Malone, pur avvenendo al termine di un ciclo, arriva in un momento di straordinaria popolarità per la F1, con record di pubblico, incassi e un’espansione commerciale globale che sembrava impensabile anche solo dieci anni fa.
Il passaggio di testimone prevede ora che Greg Maffei, attuale CEO di Liberty Media, assuma anche la carica di presidente nel Consiglio d’Amministrazione. La scelta è all’insegna della continuità, dato l’importante ruolo che Maffei ha storicamente rivestito nella gestione e nel rilancio della Formula 1 negli ultimi anni. La decisione dovrebbe dunque garantire stabilità interna, elemento cruciale per mantenere la traiettoria di crescita attuale e ideare nuove strategie in una fase dove i principali player dello sport guardano già verso nuove frontiere come l’espansione in Asia e l’ingresso delle nuove tecnologie.
L’addio di Malone sembra comunque dettato più da una questione generazionale e strategica piuttosto che da pressioni esterne o segnali di crisi. Alla vigilia dei prossimi grandi cambiamenti regolamentari e con l’annuncio di nuove squadre all’orizzonte, Liberty Media vuole probabilmente rafforzare la propria governance, rendendola più snella e pronta a cogliere le sfide dell’evoluzione sportiva e tecnologica. Dal 2026, con le nuove regole sui motori sostenibili e l’ingresso di case storiche come Audi, la Formula 1 si prepara a una rivoluzione che non sarà solo tecnica, ma anche commerciale e mediatica.
Non bisogna però dimenticare i meriti di Malone in questa fase esplosiva della F1. Sotto la sua guida, il Mondiale ha conquistato il pubblico statunitense come mai prima d’ora, grazie a tre Gran Premi nel paese e partnership con giganti del mondo tech, dello streaming e dell’intrattenimento. Lo sviluppo di prodotti come F1 TV e i documentari su Netflix hanno dato nuova linfa e visibilità mondiale, rendendo la F1 accessibile a un pubblico trasversale e più giovane.
Con Maffei ora in cabina di regia, ci si attende una continuità strategica, ma anche la capacità di lanciare nuovi progetti sulla scia della rivoluzione "Drive to Survive", con particolare attenzione all’ingresso dei giovani e alle sfide green. L’incertezza economica internazionale e la concorrenza tra sport motoristici sono sfide che, per essere vinte, dovranno poggiare su una governance solida e visionaria.
I tifosi possono quindi guardare con ottimismo al futuro. Il passaggio di testimone non rappresenta un terremoto, ma piuttosto la naturale evoluzione di una leadership che ha saputo portare la Formula 1 in una nuova era. La domanda che tutti si pongono ora è: il nuovo assetto di Liberty Media porterà ulteriori cambiamenti spettacolari o la priorità sarà consolidare il successo attuale? Una cosa è certa: la corsa della F1 verso il futuro continua, sempre più veloce e affascinante.