L'ultimo Gran Premio dell’Azerbaigian ha lasciato spazio a numerose riflessioni, soprattutto riguardo alle strategie adottate dai team di punta e agli effetti che piccoli errori possono avere su risultati cruciali. Tra gli episodi maggiormente discussi, spicca la scelta al muretto box della McLaren durante il primo pit stop di Lando Norris, decisione che avrebbe potuto pregiudicare in modo significativo la posizione finale del giovane pilota britannico. Analizziamo nel dettaglio che cosa è accaduto e quali sono state le ripercussioni sul risultato della gara.
Al giro 10, con la Safety Car in pista dopo il crash di Nyck de Vries, molti team hanno richiamato i propri piloti ai box per trarre vantaggio dalla situazione. McLaren si è però trovata in una situazione tattica delicata: con entrambe le monoposto nella zona punti, la squadra doveva decidere in fretta chi tra Norris e Piastri avrebbe avuto la priorità al pit stop. Piastri, trovandosi davanti, è stato fermato per primo, costringendo Norris a dover compiere un giro supplementare su gomme ormai molto usurate.
Questo giro di troppo su pneumatici ormai al limite ha fatto perdere tempo prezioso a Norris, che rientrando in pista si è trovato scavalcato non solo dai diretti rivali ma anche dal suo compagno di squadra. Questa dinamica ha suscitato notevoli discussioni, sia tra gli addetti ai lavori che tra i tifosi, sul fatto che McLaren abbia involontariamente compromesso la gara di Norris a favore di una strategia conservativa che, alla fine della corsa, non ha portato i risultati sperati.

A ben vedere, la scelta di mantenere la cosiddetta “double stack”—ovvero la doppia sosta consecutiva dei due piloti della stessa scuderia nello stesso giro—avrebbe potuto essere il compromesso migliore. Tuttavia, il rischio di un ingorgo ai box e la possibilità di penalizzazioni per unsafe release hanno spinto il muretto McLaren a optare per precauzione. Molti analisti sostengono che, data la situazione di pista e l’effettiva vicinanza tra i due piloti, un rischio calcolato avrebbe comunque permesso a Norris di mantenere la posizione davanti a Yuki Tsunoda e Nico Hülkenberg, rappresentando almeno due posizioni guadagnate nel risultato finale.
Le reazioni nel box McLaren non si sono fatte attendere. Andrea Stella, team principal, ha sottolineato come la decisione sia stata presa in pochi secondi, e che le variabili da tenere in considerazione, incluse le informazioni incomplete sulle condizioni delle macchine rivali, hanno contribuito all’esito non ottimale. Lo stesso Norris, pur mostrando sportività e autocritica, non ha nascosto una certa delusione per aver perso l’opportunità di avvicinarsi ulteriormente al gruppo di testa proprio in una gara che si prestava a qualche azzardo strategico.
L’episodio mette ancora una volta in luce quanto il tempismo e la lucidità decisionale siano fattori determinanti nella Formula 1 moderna. Un solo giro di differenza nella sosta può trasformare una potenziale gara da protagonista in una corsa tutta in salita. McLaren, in cerca di un ritorno stabile nei piani alti della classifica costruttori, dovrà analizzare con attenzione le dinamiche di squadra, per evitare che errori simili possano ripetersi soprattutto in una stagione così combattuta.
Il futuro, per Norris e per la McLaren, passa da una revisione puntuale delle strategie e una crescita continua in termini di comunicazione e risk management. Con il calendario che presenta ancora molte tappe insidiose, la capacità di imparare rapidamente dagli errori sarà fondamentale se la scuderia di Woking vorrà tornare stabilmente a lottare per i podi e, chissà, per qualche vittoria sempre più vicina.
I tifosi della Formula 1, intanto, continuano a seguire con grande attenzione le dinamiche dei box, dove spesso si decidono i destini delle gare ben prima della bandiera a scacchi.