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Termina il 13 ottobre 2025 23:59

Alpine F1: Il Team Più Sfortunato della Storia della Formula 1?

Alpine F1: Il Team Più Sfortunato della Storia della Formula 1?

Squadra FansBRANDS® |

La stagione 2024 di Formula 1 sta mettendo a dura prova la resistenza e la pazienza degli appassionati del team Alpine. Reduce da un’annata difficile nel 2023, la scuderia francese si trova ora in una posizione ancora più critica: lenta in pista, priva di risultati consistenti e circondata da dubbi sulle reali prospettive future. Gli esperti e i tifosi della categoria regina si interrogano: è davvero Alpine il peggior team nella storia recente della Formula 1?

Il problema principale risiede nella monoposto A524, caratterizzata da un progetto completamente nuovo e, fino a questo momento, largamente fallimentare. Niente potenza, assetto imprevedibile e affidabilità discutibile: il mix perfetto per una stagione disastrosa. Il team ha cambiato praticamente ogni aspetto rispetto al passato – sospensioni, telaio, power unit, aerodinamica – con l’obiettivo dichiarato di rilanciarsi. Tuttavia, la rivoluzione tecnica si è tradotta in un autentico crollo delle prestazioni, con Alpine regolarmente eliminata già in Q1 e staccata anche dalle debuttanti come Haas e Williams.

La situazione si è riflessa anche a livello umano. A Enstone, la tensione regna sovrana: negli ultimi mesi la squadra ha perso elementi chiave nell’area tecnica, tra cui lo storico tecnico Nick Chester e diversi ingegneri senior transitati verso lidi più competitivi. Internamente, i livelli di morale sono ai minimi storici; gli stessi Ocon e Gasly, entrambi piloti di talento e con ambizioni ben maggiori, si sono trovati a dover lottare – raramente con successo – anche solo per entrare nella zona punti.

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Perché Alpine si trova in questa situazione apparentemente senza via d’uscita? Stando agli analisti del paddock, le radici della crisi sono molteplici. Innanzi tutto c’è la questione manageriale: da anni la dirigenza cambia volto, scelte e strategie, senza mai trovare una vera continuità. La mancanza di una visione coerente porta inevitabilmente a progetti sballati e alla difficoltà di trattenere figure chiave. Parallelamente, la pressione del gruppo Renault – proprietaria del marchio Alpine – sembra oscillare tra investimenti ambiziosi e improvvise battute d’arresto. Ciò si traduce in difficoltà nell’allocare budget strategici, aggravando i problemi tecnici.

Rispetto a team storicamente “di retrovia” come Minardi o Caterham, Alpine continua ad avere aspettative e ambizioni da top team, ma senza il supporto tecnico e strutturale necessario per competere con i migliori. Questa frustrazione è palpabile non solo tra i tifosi – ancora legati al ricordo delle imprese iridate targate Renault nel 2005 e 2006 – ma anche all’interno del reparto corse, dove si cerca disperatamente una svolta che tarda ad arrivare.

Uno degli aspetti più discussi tra gli addetti ai lavori riguarda l’impressionante crollo prestazionale rispetto anche solo a dodici mesi fa. Nel 2023, Alpine era quantomeno regolarmente in zona punti, a volte capace di inserirsi nella lotta per il “best of the rest” dietro ai tre grandi. Oggi, l’obiettivo pare semplicemente quello di non sfigurare rispetto a squadre con risorse inferiori. Il rischio, per il team francese, è una discesa nella mediocrità da cui sarà molto difficile riemergere, soprattutto in un’epoca in cui il gap tecnologico tra squadre di vertice e inseguitrici sembra amplificarsi ogni anno.

Eppure, nonostante le numerose difficoltà, c’è spazio per un minimo di ottimismo. I segnali di ripresa potrebbero arrivare sia da nuove assunzioni in area tecnica – già promesse dal management – sia da qualche aggiornamento aerodinamico in programma per la seconda metà di stagione. Ma la vera sfida sarà ricostruire dalle fondamenta un ambiente vincente, in cui ingegneri e piloti possano lavorare senza la pressione di una crisi permanente. Solo così Alpine potrà tornare protagonista, dimostrando che anche dalle stagioni più buie può nascere una nuova luce.