Pirelli rivoluziona le mescole F1: abbandono della C6 e nuove strategie verso il 2026
Il mondo della Formula 1 è da sempre terreno fertile per l’innovazione tecnologica, e quando si parla di pneumatici, nessuno sa stare al passo come Pirelli, da oltre un decennio protagonista tra i cordoli del Circus. In queste settimane, l’azienda milanese ha annunciato una svolta significativa: l’abbandono definitivo della mescola C6 e l’inizio dei test per i nuovi pneumatici che accompagneranno la rivoluzione regolamentare del 2026.
La notizia, che ha suscitato parecchio interesse tra appassionati e addetti ai lavori, apre scenari affascinanti sulle strategie, le dinamiche di gara e lo sviluppo tecnico delle monoposto. Dietro a questa decisione non c’è solo un tema di adattamento al futuro, ma anche l’esperienza accumulata nelle stagioni appena trascorse, in cui la gestione della finestra di utilizzo degli pneumatici è diventata cruciale per il successo.
La mescola ultramorbida C6, introdotta per offrire opzioni aggiuntive durante le gare più esigenti – come quelle sulle nuove superfici ad alta abrasività – non ha mai trovato un vero impiego pratico. I team, infatti, hanno sempre preferito affidarsi alle specifiche più collaudate (dalla C1 alla C5), vista la scarsa adattabilità della C6 e le difficoltà legate al controllo della temperatura e del degrado accelerato.
Così, con uno sguardo già rivolto alla F1 del futuro, Pirelli ha deciso di concentrarsi sulla gamma composta da cinque mescole principali, ognuna calibrata su specifiche esigenze di grip, durata e adattabilità alle superfici dei circuiti del calendario. Questa semplificazione permetterà alle squadre di focalizzarsi sull’ottimizzazione dell’utilizzo degli pneumatici e, soprattutto, getta le basi per quella che sarà una vera e propria rivoluzione dal 2026.
Il nuovo ciclo regolamentare di F1, atteso per il 2026, porterà con sé grandi cambiamenti sia sul piano aerodinamico che su quello motoristico, con power unit più sostenibili e monoposto ancora più leggere e compatte. Anche il ruolo delle gomme cambierà radicalmente: dovranno essere in grado di lavorare con carichi aerodinamici inferiori, temperature di esercizio differenti e, probabilmente, spinte elettriche più consistenti durante il giro.
Pirelli ha già avviato programmi di sviluppo ad hoc sui circuiti di tutto il mondo, coinvolgendo team e piloti nella raccolta di dati fondamentali per definire i compound del futuro. L’obiettivo dichiarato dalla Casa italiana è duplice: mantenere inalterato lo spettacolo, garantendo una gamma di pneumatici che favoriscano gare imprevedibili e strategie diversificate, e al tempo stesso adattarsi alle nuove realtà della F1 a zero emissioni.
Non sono pochi i fattori da tenere sotto osservazione: l’introduzione di carburanti completamente sostenibili, la possibile riduzione del peso delle monoposto e la presenza di circuiti cittadini sempre più numerosi nel calendario, che richiedono gomme in grado di scaldarsi rapidamente per fornire grip sin dall’inizio del giro. Tutto questo impone uno sviluppo costante, tramite test in pista sempre più avanzati e tecnologie digitali di simulazione.
I tifosi possono così aspettarsi una Formula 1 ancora più avvincente nei prossimi anni, con battaglie strategiche in cui la gestione delle gomme tornerà ad avere un ruolo centrale. D’altronde, come spesso ripetono gli ingegneri del Circus, “la gara si vince anche fuori dalle piste, lavorando nei laboratori e nelle sale dati”. Il futuro della F1, ancora una volta, passerà sotto le gomme Pirelli.