La Formula 1 si trova in un periodo di trasformazione cruciale non solo in pista, ma anche a livello di regolamenti e governance. Gli accordi Concorde rappresentano la spina dorsale delle relazioni tra la FIA, Liberty Media e i team di F1, definendo le regole economiche e decisionali che tengono insieme il circus più famoso del motorsport. Proprio in queste settimane stanno emergendo dettagli fondamentali sulle direttive future che guideranno la massima categoria dell’automobilismo internazionale.
Storicamente, le trattative sul Concorde Agreement hanno segnato momenti di tensione tra team, Federazione e proprietà commerciale, incidendo sulle strategie sportive ed economiche a lungo termine. Nell’ultima tornata di negoziazioni, due cambiamenti di governance promettono di rendere la Formula 1 ancora più moderna, flessibile e capace di reagire alle sfide di un mondo sportivo e tecnologico in rapida evoluzione.
Il primo grande cambiamento riguarda la possibilità di adattare in modo più rapido le regole relative al Power Unit e ad altri aspetti tecnici, senza la procedura unanimemente vincolante finora in vigore. Fino a oggi, modificare determinate normative strategiche richiedeva il consenso di tutti i team, il che spesso portava allo stallo decisionale e a compromessi poco brillanti. Con le nuove direttive, sarà sufficiente una “maggioranza qualificata”, permettendo alla F1 di adottare soluzioni innovative in modo più celere ed efficiente. Un vantaggio fondamentale in epoca di grandi cambiamenti tecnologici e investimenti nei propulsori green.
Il secondo pilastro di novità riguarda la revisione della struttura dei cosiddetti “voti golden share”, ovvero quei poteri determinanti che la FIA e Liberty Media possono esercitare per garantire che l’interesse superiore della Formula 1 prevalga su posizioni troppo particolaristiche dei team. In pratica, queste nuove regole rafforzano la capacità delle istituzioni di evitare che un singolo team ostacoli decisioni cruciali per il bene collettivo dello sport. Così si assicura che lo spettacolo e la sicurezza in pista rimangano la priorità, senza sacrificare la competitività e la sostenibilità a lungo termine.
Non va dimenticato che la posta in gioco riguarda anche le enormi entrate e la distribuzione dei ricavi tra team piccoli e grandi. Le modifiche ai criteri di governance promettono maggior flessibilità, ma anche opportunità per chi vuole investire e portare nuova energia nel mondo della F1. Immaginiamo, ad esempio, i nuovi motoristi come Audi pronti a entrare dal 2026: grazie a queste novità, sarà più semplice integrare nuovi attori ed evitare lotte intestine che rallentano l’innovazione e la competitività.
I tifosi possono quindi aspettarsi una Formula 1 meno incentrata sulle lungaggini burocratiche e più dinamica, pronta a recepire nuove sfide tecnologiche come la sostenibilità, la digitalizzazione e la sicurezza. Anche se i dettagli finali del nuovo Concorde Agreement sono ancora in fase di rifinitura, è chiaro che Liberty Media punta a rafforzare una governance coerente, moderna e attenta alle esigenze di team, piloti e – soprattutto – appassionati.
Il futuro della Formula 1 si giocherà negli uffici di Londra e Parigi tanto quanto sui circuiti più iconici del pianeta. Ma con queste nuove strategie di governance, il rischio di vedere la F1 impantanata in dispute politiche e regolamentari sembra finalmente destinato a ridursi a favore di uno sport più rapido e spettacolare. In attesa dei primi effetti concreti in pista, tutti gli occhi sono rivolti verso il prossimo capitolo della storia, sicuri che mai come oggi la F1 abbia il coraggio di reinventarsi.